Era considerato una testa calda, un mezzo "gangster", un giocatore poco intelligente, uno che più che vincere le partite tendeva a farle perdere. Poi ha vinto (ma non è importante) ma soprattutto ha fatto in modo che i giudizi - affrettati e stereotipati - espressi da tanti su di lui potessero cambiare. E oggi ha una bella storia da raccontare
"Stereotipi": istruzioni per l'uso (o il "non" uso). La nuova "vita" di J.R. Smith è quella che Flavio Tranquillo prende di esempio per raccontare il rischio di giudizi affrettati, pregiudiziali, per sentito dire. Perché la nuova vita di J.R. Smith - due volte campione NBA, una volta con Cleveland e un'altra con i Lakers, sempre al fianco di LeBron James - è quella che oggi ci presenta un giocatore vestito come un lord inglese su un verde campo da golf. E quando non ha la mazza in mano (i risultati sul green sono ottimi), sotto braccio ha dei libri, quelli di scuola - perché terminata la carriera NBA è tornato a studiare, a North Carolina A&T State University. E se in passato Smith è stato vittima di stereotipi - "un giocatore tendenzialmente violento, incapace di leggere la partita, portato a forzare dei tiri. Uno che ti fa perdere, più che vincere una partita - anche se poi lui ha vinto", si è detto di lui - oggi il pericolo è proprio l'opposto: "Ora bisogna fare uno sforzo eguale e contrario - e non stereotipizzarlo solo in chiava positiva: quello che ora prende tutti 10 a scuola, quello che ora è un fenomeno nel golf. J.R. Smith è una persona che da giovane ha avuto problemi di dislessia che gli hanno impedito di studiare come avrebbe voluto, che poi ha fatto senz'altro degli errori ma che una volta fuori dalla NBA - non sapendo più cosa fare - ha riscoperto la passione per le aule di studio".
E allora attenersi ai fatti - e non cedere agli stereotipi - è un insegnamento che proprio J.R. Smith può insegnare a tutti: "I dati che avevamo in mano erano pochissimi, le evidenze ancora meno. Eppure ce le siamo fatte bastare per considerarlo - diciamolo - uno 'stupido'. Sulla base di soli stereotipi, che possono anche essere l'anticamera di giudizi ancora più pericolosi", avverte Tranquillo. La storia di J.R. Smith insegna che tutto può cambiare, e che cristallizare i propri giudizi è spesso un errore: ed è per questo che merita di essere seguita e raccontata.