
NBA, "light the beam": cosa vuol dire e come è nato il simbolo della rinascita dei Kings
La prima stagione vincente dopo 16 annate perdenti a Sacramento coincide con il rituale che fa impazzire i tifosi e ormai spopola anche tra i giocatori dei Kings, che hanno fatto del "raggio della vittoria" (il "victory beam") il simbolo di una stagione di grande riscatto. Vi spieghiamo chi l'ha inventato, come è nato e cosa c'è dietro al rito pagano più divertente di questa stagione NBA

"LIGHT THE BEAM" | È diventato lo slogan, il grido di battaglia, la parola d'ordine della stagione dei Sacramento Kings. La prima vincente (42 vittorie già assicurate) dopo 16 stagioni perdenti; la prima (manca solo la matematica) che si concluderà ai playoff dopo 16 anni di assenza (un record negativo NBA). Ma cosa vuol dire e cosa c'è dietro questo momento celebrativo che è diventato il simbolo di un'intera squadra?

I LASER DELLA VITTORIA | Ogni volta che la squadra vince (42 volte finora, la metà esatta delle quali in casa) quattro luci laser di colore viola - lo stesso della maglia dei Kings - puntate verso il cielo illuminano la notte di Sacramento, partendo dal Golden 1 Center, il campo di casa di Fox, Sabonis e compagni

DA DOVE VIENE L'IDEA | Per rintracciare l'origine dell'idea si resta in California ma bisogna scendere più a sud, fino a Los Angeles. No, Lakers e Clippers non c'entrano niente: gli Angels delle Major League Baseball sono i primi "responsabili" della trovata. All'Angel Stadium di Anaheim, infatti, una grande "A" posta in cima allo stadio si accende a ogni vittoria. A John Rinehart, presidente delle business operations dei Kings, l'idea è piaciuta e l'ha portata all'attenzione del proprietario, Vivek Ranadive

"VOGLIO CHE LO VEDANO GLI ALIENI" | A Ranadive l'idea non solo è piaciuta ma - ispirato anche dalle "luci viola sui voli della Virgin Airlines" - la scelta è caduta verso 4 raggi laser puntati proprio verso il cielo. "Mi piace l'idea che vadano verso lo spazio - ha detto il proprietario dei Kings - oltre quanto possa vedere l'occhio umano. Voglio che li vedano anche gli alieni"

LE CARATTERISTICHE TECNICHE | Tecnicamente i raggi laser che partono dal Golden 1 Center dopo ogni vittoria sono raggi laser RGB, sigla che sta per Red, Green e Blue (rosso, verde e blu) perchè combinando questi tre colori primari è possibile ottenere un raggio viola. La potenza combinata di questo raggi è di 1.000 watt

DA DOVE "SPARARLI" IN CIELO | Oggi sappiamo bene che "the bean" si alza verso il cielo partendo dal Golden 1 Center, ma all'inizio i Kings avevano contemplato anche due diverse opzioni: il Capitol building (ovvero il campidoglio, visto che Sacramento è la capitale amministrativa della California) e il Tower Bridge (il ponte della torre, forse il principale simbolo cittadino, famoso per il suo color dorato)

IL "PULSANTE" DA SPINGERE | Ma cosa occorre fare per sprigionare in cielo il fascio di luce viola? Molto semplice: accanto al tavolo degli ufficiali di campo c'è un enorme "pulsante" che a turno, a fine gara (vinta) i giocatori dei Kings schiacciano per illuminare il cielo di Sacramento. Da Fox a Sabonis, da Kevin Huerter a Davion Mitchell, da Malik Monk al rookie Keegan Murray fino a Chimezie Metu, tutti i giocatori del roster di coach Brown hanno preso parte al rituale

I GIOCATORI SU TWITTER | E la partecipazione alla nuova moda collettiva da parte dei giocatori non si è limitata al campo ma si è presto trasferita anche sulle loro piattaforme social, sulle quali riprendono lo slogan diventato mantra della stagione vincente dei Kings

ARRIVA IL MERCHANDISING | Ci hanno pensato quelli di "Impound Comics", prima di tutti, a fabbricare una maglietta con lo slogan, in due colori: viola e nera. E sta andando a ruba: "Ormai è più facile che sia esaurita piuttosto che ancora disponibile sui nostri scaffali: dobbiamo continuare a ordinarne di nuove", dice Brent Sands, il proprietario del negozio

I "VIP" COINVOLTI | A schiacciare il mega-pulsante del Golden 1 Center però sono arrivati anche alcuni VIP: come il rapper 50 Cent, ad esempio, che il 30 novembre si è goduto da bordocampo la vittoria dei Kings contro gli Indiana Pacers e alla fine è stato chiamato a celebrare in prima persona il gesto-culto che fa impazzire i tifosi di Sacramento

GLI AVVERSARI SORPRESI | Pochi giorni dopo, era il 3 dicembre 2022, i Kings erano in trasferta a Los Angeles contro i Clippers di Paul George, e la superstar di L.A. non riusciva a capacitarsi dei cori che sentiva provenire dalle tribune della Crypto.com Arena: "Light the beam", scandivano i tifosi dei Kings in trasferta per celebrare la vittoria netta della loro squadra, 123-96. Tanto che "PG13" ha dovuto chiedere informazioni a John Wall: "Cosa stanno dicendo?"

LUOGO DI CULTO | Per un breve momento, prima che Google decidesse di rimuovere la pagina, il "victory beam" (il raggio laser della vittoria) è stato classificato online come "un luogo di culto" sulle Maps del motore di ricerca più famoso al mondo. Nelle sei ore in cui è rimasta online la pagina, c'erano più di 100 commenti tutti con una valutazione di cinque stelle su cinque

"THE BEAM" SUGLI ACCOUNT UFFICIALI DEI KINGS | Una eleborazione grafica dei Golden 1 Center con il raggio laser della vittoria puntato in cielo è diventato parte integrante dell'account ufficiale dei Kings su Twitter, che spesso e volentieri ha poi voluto "declinare" il "victory beam" a seconda degli avversari sconfitti nella serata. Ecco un paio di esempi

KINGS VS. BULLS | Sconfitti i "tori", che si aggirano sconsolati nella notte di Sacramento, illuminata da luci viola

KINGS VS. SUNS | Anche il deserto dell'Arizona, con un cactus in primo piano, assume i toni cari ai Kings dopo la vittoria di Fox e compagni contro la squadra di Chris Paul e Devin Booker

TROLL | La squadra che ha a roster un giocatore, Joel Embiid, che a lungo si è soprannominato Joel "Troel" Embiid, è finita per essere la squadra che - in occasione dei una vittoria dei Sixers sui Kings - si è permessa di "trollare" la franchigia californiana e il popolarissimo fascio di luce simbolo della loro vittoria. Chi la fa, l'aspetti...