Il capo allenatore dei Nuggets (Michael, figlio di Brandon Malone) e due dei suoi principali assistenti (Ryan e David, eredi di Flip Saunders e Rick Adelman) sono nati con un pallone già in culla. Ci hanno raccontato vantaggi e svantaggi di seguire le orme professionali dei propri padri in una professione così complicata
DENVER- "Mio padre ha cercato di convincermi a non fare l'allenatore - confessa Michael Malone, l'head coach dei Denver Nuggets - ma non so se Rick Adelman o Flip Saunders hanno fatto lo stesso, con i lori rispettivi figli". Già, il coaching staff della squadra del Colorado è pieno di "figli d'arte": Michael ha seguito le orme di Brandon (capo allenatore solo a Toronto un anno e ad interim a Cleveland, ma assistente di lunga data in mille posti diversi,da NewYork a Detroit) e due suoi assistenti, Ryan Saunders e David Adelman sono rispettivamente figli del compianto Flip (per cui ha lavorato a Minnesota) e di Rick (allenatore dei Blazers due volte in finale NBA a cavallo tra gli anni '80 e i '90 e poi dei Kings di Stojakovic, Webber e Divac, ma con un passato anche lui a Minnesota). E, tornando alle parole iniziali di Malone, si scopre che anche Flip Saunders ha provato a dissuadre i figlio Ryan dal seguire le sue orme, mentre Rick Adelman non era convinto di chiamare David a fargli da vice, professione per definizione precaria. E la cosa va avanti, racconta ai microfoni di Sky Ryan Saunders: "Proprio la settimana scorsa mio figlio, all'ultimo giorno di materna, ha dovuto scrivere che lavoro gli piacerebbe fare. E ha scritto l'allenatore. Gli ho detto che è troppo intelligente per fare un mestiere del genere", scherza l'assistente dei Nuggets. Ma che un legame particolare si installi tra padri e figli con la professione di allenatore come naturale veicolo di relazione è indubbio, e coach Malone lo riconosce: "Sono tutte persone che sono cresciute nel mestiere, dentro uno spogliatoio, con un pallone sempre in mano. Per me è importante avere attorno persone che vivono così la pallacanestro. Sono dei drogati di basket. David Adelman mangia, beve e sogna pallacanestro, e lo stesso vale per Ryan [Saunders]. Assumi qualcuno che conosce il gioco e sa quello che il gioco comporta", dice.
Lo assumi anche se - racconta Rick Adelman, padre di David - non sei del tutto convinto di quello che fai: "L'avevo visto allenare al liceo, sapevo che era bravo e che aveva tutto quello che serve per riuscire in questo mestiere. Ma quando lo assunsi a Minnesota non volevo trascinarlo fin lì, da Portland, senza dargli una sicurezza che ci sarebbe rimasto per qualche anno. E invece, anche quando me ne andai io, lui restò e si fece strada: tutto da solo, e di questo sono orgoglioso e contento". Brandon e Michael, Flip e Ryan, Rick e David: figli d'arte, non certo figli di papà: la NBA è un business, si dice spesso. A volte è anche una cosa di famiglia.