Please select your default edition
Your default site has been set

Mercato NBA, perché Lillard non è (ancora) un giocatore di Miami: tutta la trattativa

NBA
©Getty

Lillard non vuole più giocare a Portland perché vuole competere per il titolo. Vuole i Miami Heat, e i Miami Heat vogliono Lillard. Ma l'offerta è debole, e dall'Oregon vogliono una contropartita degna per assecondare la richiesta della loro star. Le parti sembrano aver raggiunto un'impasse: ecco come si è arrivati fin qui e come potrebbero essere superati gli ostacoli alla cessione dell'All-Star

È lo scambio che tutti aspettano, è il colpo di mercato che sarà ricordato quando si parlerà dell'estate 2023: sempre se mai avverrà. Dopo 11 anni (e 7 convocazioni all'All-Star Game) Damian Lillard ha chiesto di essere ceduto dai Portland Trail Blazers, incapaci - a suo avviso - di costruirgli attorno una squadra con ambizioni da titolo. Solo che, accanto alla richiesta di cessione, Lillard ha anche indicato dove gradirebbe essere ceduto: Miami, agli Heat, per giocare al fianco di Jimmy Butler e Bam Adebayo, per un coach come Erik Spoelstra e sotto la guida illuminata di Pat Riley. Lillard però non è Bradley Beal, l'unico giocatore rimasto ad avere un clausola "no-trade" sul suo contratto. Beal, cioè, avrebbe potuto rifiutare la cessione da Washington a Phoenix se i Suns non fossero stati di suo gradimento, mentre Lillard questo lusso non ce l'ha. Il n°0 dei Blazers vuole disperatamente gli Heat, gli Heat vogliono lui ma - almeno secondo il GM di Portland Joe Cronin - non ancora altrettanto disperatamente. Altrimenti non si spiegherebbe l'offerta - per Cronin insufficiente - presentata ai Blazers: Tyler Herro, Duncan Robinson più due scelte al primo giro. Poco, troppo poco per Lillard, anche considerando che nel ruolo di Herro Portland si considera già coperta con Shaedon Sharpe e che la guardia di Miami porterebbe con sé un contratto pesante (4 anni per 120 milioni di dollari). 

Le alternative a Miami e la posizione dell'agente di Lillard

Miami è quindi in pole, ma chiamata a rivedere la sua offerta. E alle sue spalle? Le squadre interessate a un campione come Lillard ovviamente non mancano. Philadelphia, Boston e Brooklyn potrebbero essere tre destinazioni possibili, ma anche i Clippers, i Minnesota Timberwolves e i New Orleans Pelicans - secondo quanto riportato da Chris Haynes - hanno esplorato le chance di un accordo con Portland. Perché nessuna di queste presente trattative ha mai guadagnato davvero una certa trazione? Semplice, perché l'agente di Lillard, Aaron Goodwin, raggiunto da queste squadre ha fatto saper loro che se dovessero ricevere in dono Lillard da una trade organizzata con i Blazers si metterebbero in casa un "giocatore scontento". E qui si giunge alla vera impasse: Portland potrebbe tranquillamente chiudere una trade con qualsiasi di queste squadre (scegliendo quella che massimizza la contropartita tecnica alla cessione di Lillard) ma con due conseguenze: A) farebbe uno sgarbo a Lillard stesso, fedele per oltre un decennio alla franchigia, mancandogli apertamente di rispetto e B) la squadra scelta come approdo finale potrebbe avere più di un dubbio a impegnarsi per 216 milioni di dollari su 4 anni verso un giocatore che dichiari di non voler far parte di quella organizzazione. 

damian_lillard

leggi anche

Lillard si difende dopo la richiesta di trade

Una possibile soluzione

Se il fenomeno conosciuto come "player empowerment" ha insegnato qualcosa, soprattutto negli ultimi anni, è che alla fine un giocatore riesce a spuntarla e a vedere in qualche modo soddisfatta la sua richiesta. Per questo l'idea di vedere Lillard in maglia Heat al via del prossimo campionato è ancora la più probabile, ma qualcosa deve accadere. La cosa più pronosticabile è l'inserimento di una terza, se non di una quarta, squadra all'interno dello scambio tra Portland e Miami, per poter fornire ai Blazers (che forse potrebbero avere in uscita anche Jusuf Nurkic) una contropartita di maggior valore, collezionando asset dagli Heat (sicuramente le due prime scelte) e dalle altre squadre coinvolte. Per organizzare una trade di questo tipo, però, occorre tempo e pazienza: ed è per quello che Lillard, per il momento, rimane ancora un giocatore dei Portland Trail Blazers. Per quanto, non si sa. 

grant_cover

vedi anche

Le sei peggiori firme sul mercato dei free agent