Martedì Jrue Holiday aveva ribadito di voler firmare un'estensione contrattuale e chiudere la carriera a Milwaukee, il giorno dopo è stato inserito come pedina di scambio nella trade che ha portato Damian Lillard ai Bucks. Per il playmaker, punto fermo della squadra che ha vinto il titolo nel 2021, sono state ore complicate, ma il suo futuro potrebbe riservargli ulteriori sorprese
Giannis Antetokounmpo e Khris Middleton, i compagni dal maggior peso nello spogliatoio e nel rapporto con il front office e la proprietà della franchigia, l'avevano dichiarato in maniera più o meno esplicita nelle scorse settimane: l'estensione contrattuale di Jrue Holiday era il crocevia per il futuro immediato dei Bucks. E la firma sul nuovo contratto che avrebbe prolungato la presenza di Holiday a Milwaukee sembrava solo questione di tempo. Tanto che non più tardi di martedì, il giocatore aveva rilasciato una intervista al "Milwaukee Journal Sentinel" in cui ribadiva la sua volontà al di là di ogni ragionevole dubbio: "Mi piacerebbe firmare un'estensione, credo di averlo detto ancor prima di vincere il titolo: mi sento parte dei Bucks a vita, e lo credo dal profondo del mio cuore. Non voglio giocare per nessun'altra squadra, qui abbiamo la possibilità di fare ancora grandi cose e quindi voglio rimanere a Milwaukee". Meno di ventiquattr'ore dopo, con le sue dichiarazioni ancora fresche di stampa, Holiday veniva spedito a Portland all'interno dello scambio a tre squadre con cui i Bucks si portavano a casa Damian Lillard.
Un futuro incerto, un possibile riscatto
A Portland, però, Holiday potrebbe anche non mettere piede. O, meglio, il suo profilo, 33 anni e 14 stagioni in NBA, non si addice al progetto di ricostruzione della squadra che con l'addio a Lillard è diventato più che mai ufficiale per i Blazers. E, in uno di quei paradossi che spesso accompagnano il mercato della NBA, il non aver fatto in tempo a firmare un'estensione contrattuale quando era ai Bucks potrebbe ora rappresentare un elemento a favore del giocatore. Sono infatti diverse le squadre potenzialmente interessate a un veterano come Holiday, che oltre a contribuire con la sua esperienza e l'abilità su entrambi i lati del campo, porterebbe in dote un contratto in scadenza a giugno 2024, con player option esercitabile dal giocatore anche per la stagione successiva. L'impegno economico rimane importante (il salario di Holiday per la stagione 2023-24 ammonta a 36 milioni di dollari, quello per il 2024-25 a 39 milioni) ma l'orizzonte temporale potrebbe essere in linea con quello di squadre pronte ad andare all-in nella corsa al titolo. Tra le prime pretendenti a Holiday, stando alle voci di mercato, ci sarebbero i Sixers, ironia della sorte la franchiga che lo scelse al Draft nel 2009, e gli Warriors. A Philadelphia sono ancora alle prese con il caso che riguarda James Harden e la possibile triangolazione con Portland potrebbe facilitare l'uscita dell'ormai separato in casa, magari proprio in direzione Clippers, garantendo al contempo a coach Nick Nurse un innesto di assoluto valore nel reparto esterni. L'interesse di Golden State, invece, risale a quando nel 2020 Holiday era in uscita da New Orleans, e potrebbe riaccendersi ora nel caso in cui l'esperimento Chris Paul non dovesse dare da subito i risultati sperati.