NBA Cup, le pagelle della finale: Reddish eroe a sorpresa, Haliburton lasciato solo
I Lakers hanno vinto con merito la prima NBA Cup, controllando la finale dal primo all’ultimo minuto grazie a una prestazione straordinaria di Anthony Davis (migliore in campo della finale, seppur non MVP del torneo) e un’ottima prova di squadra nella metà campo difensiva, trovando il contributo inatteso di Cam Reddish. Troppo solo Tyrese Haliburton, che non riesce a incantare come nelle altre gare: ecco le pagelle della finale
- D’ANGELO RUSSELL: voto 6
- Si alterna come gli altri su Haliburton, anche se con meno successo rispetto ai compagni di squadra. Comunque ordinato nei suoi 32 minuti in cui conclude con 13 punti, 7 assist e +17 di plus-minus pur senza grandi percentuali (6/15 al tiro con 0/3 da tre)
- Eroe a sorpresa della finale: con la sua fisicità dà fastidio a Haliburton in difesa, dà una mano sotto canestro (3 stoppate), segna in attacco quando chiamato in causa, tra cui una tripla tutt’altro che banale — anche perché solamente una delle due segnate dai Lakers in tutta la partita — quando i Pacers erano appena tornati a -3 nel quarto periodo. Con lui +24 di plus-minus, miglior dato di squadra
- Fa il suo senza incantare come altre volte, non ultima la semifinale contro New Orleans. Appena 6 punti nel match, ha il merito di “stappare” i Lakers da tre punti con la prima tripla di serata arrivata nella ripresa
- Non la migliore delle sue prestazioni nell’In-Season Tournament, complici anche le 6 palle perse e un tiro in sospensione che non gli entra (come a tutti i Lakers del resto), ma mantiene il controllo delle operazioni per essere sicuro che tutto vada nel verso giusto. Non era il matchup più semplice per un quasi 39enne costretto a rincorrere gli indiavolati Pacers, ma porta a casa un meritato premio di MVP del torneo
- Fossimo al torneo NCAA, dove viene votato il Most Outstanding Player della finale, avrebbe certamente vinto lui. La miglior prestazione possibile (nonché suo massimo stagionale) nel miglior momento possibile, mostrando anche la “faccia cattiva” delle migliori occasioni. Come detto da Flavio Tranquillo in telecronaca: “Con un Davis così, nessun traguardo è precluso per i Lakers”
- Gioca con l’influenza, ma se non ce lo avessero detto prima della partita non lo avremmo notato. Segna 22 punti nel solo primo tempo rendendosi imprendibile per la difesa dei Pacers che non riesce a trovare un modo per fermarlo, poi mette un altro paio di canestri nel finale per chiudere a 28. “Flu Game” degna di quella di MJ, come ha detto LeBron James (scherzando) dopo la partita
- Coach Darvin Ham gli concede fiducia tenendolo in campo per quasi 20 minuti, dietro solamente ai 28 di Reaves. Lui sbaglia l’unico tiro che si prende e commette una brutta palla persa per violazione di campo, ma tutto sommato dà il suo contributo
- Viene utilizzato come “agente speciale” in missione su Haliburton, con l’obiettivo di fargli vedere il meno possibile con la sua apertura di braccia e la sua attività difensiva. Mette la solita energia: 4 rimbalzi, un recupero e 2 stoppate in meno di 16 minuti dalla panchina
- Ha un piano ben preciso per togliere la palla dalle mani di Haliburton e i suoi giocatori lo eseguono alla perfezione, costringendo il miglior attacco della NBA a una prestazione decisamente sottotono (meno del 37% dal campo) pur senza abbassare eccessivamente il ritmo di gioco. Primo trofeo della (giovane) carriera, che comunque male non fa
- RUI HACHIMURA: voto sv
- JAXSON HAYES: voto sv
- TYRESE HALIBURTON: voto 6.5
- Ci mette un po’ a carburare, anche perché i Lakers ha l’obiettivo primario di toglierlo dalla partita e fa di tutto per riuscirci, anche concedendo metri e metri di spazio ai suoi compagni i squadra. Conclude comunque con cifre di tutto rispetto (20 punti, 11 assist, 8/14 al tiro) ma non è di certo la sua miglior partita
- È l’unico con esperienza di titolo nel roster e in occasioni come queste dovrebbe farlo pesare, ma sparisce piano piano dalla partita con appena 4 punti. Prova a entrare sottopelle agli avversari anche a palla lontana e a gioco fermo, ma c’è un motivo se coach Carlisle lo tiene in campo meno di 20 minuti
- Ovvio che la sua prestazione vada giudicata in base alle percentuali che riesce a tenere, e lui come tutti i Pacers tira male (3/11 dal campo di cui 2/9 da tre punti, con gli unici canestri arrivati a partita ormai conclusa). Con -19 di plus-minus è il peggiore dei Pacers insieme ad Haliburton
- I Lakers fanno un ottimo lavoro nel negare la transizione agli avversari (solo 18 punti) e a lui manca un po’ la terra sotto i piedi, pur riuscendo ogni tanto a sfuggire agli avversari in campo aperto. Chiude comunque in doppia cifra e segna 3 triple, il migliore dei suoi
- Quando Anthony Davis gioca così è il cliente più scomodo del mondo, ma lui ci mette del suo. Finisce presto per avere problemi di falli (alla fine commette il suo sesto nel quarto periodo) e lascia sguarnito il canestro, senza stoppare neanche un tiro e contribuendo attivamente al 70-43 con cui i Pacers vengono surclassati a rimbalzo. Aggiungete anche il 3/11 con cui tira in attacco e il voto si spiega da solo
- Sicuramente non è il giocatore più disciplinato del mondo, ma con la sua energia e il suo atletismo dà una scarica di adrenalina alla squadra sia con il canestro sulla sirena del terzo quarto che con quelli che in apertura di quarto periodo cancellano un vantaggio in doppia cifra dei Lakers. Chiude con 20 punti e 9/9 ai liberi ed è il migliore dei suoi
- Ci mette tutto quello che ha e se LeBron James ha una partita “normale” è anche per merito suo. Per di più in attacco dà 15 punti in meno di 27 minuti: difficile chiedergli molto di più
- A conti fatti fa molto meglio di chi gli sta davanti nel ruolo, chiudendo in doppia cifra (10 punti) con 5 rimbalzi e 4 stoppate, facendosi trovare pronto quando chiamato in causa. Nei 19 minuti in cui rimane in campo i Pacers vincono di 5 lunghezze
- L’ultimo ad arrendersi insieme a Mathurin: per molti versi i Pacers non possono fare a meno di lui e del modo in cui cambia l’intensità delle partite quando entra in campo. A sostenerlo ci sono anche le cifre grezze (8 punti, 4 rimbalzi di cui 3 in attacco, 9 assist) pur tirando 3/11 dal campo: anche per lui +5 di plus-minus come Jackson
- I Pacers giocano la loro pallacanestro, prendere o lasciare: le percentuali non li assistono, ma non rifuggono la loro identità che li ha portati fino a qui. Ma contro questi Lakers serviva una partita perfetta e una partita perfetta non è arrivata, nonostante 27 assist su 35 canestri realizzati