Anche questa notte contro Orlando i Phoenix Suns sono crollati nel quarto periodo, perso 31-13 con un parziale di 21-2 concesso agli avversari. Un problema che va avanti da inizio stagione per la squadra di Frank Vogel e che non è stato risolto neanche nell’ultimo mese con il rientro in campo di Bradley Beal. Scopriamo attraverso i numeri i problemi di Devin Booker, Kevin Durant e Bradley Beal
Avendo dovuto giocare di fatto senza i loro tre migliori giocatori insieme per i primi due mesi di stagione, tutto sommato i Phoenix Suns possono dirsi soddisfatti della loro posizione in classifica. Con un record di 26 vittorie e 20 sconfitte sono attualmente sesti a Ovest a una sola gara di distanza dal quinto posto occupato dai Sacramento Kings, assicurandosi così la possibilità di andare ai playoff senza dover passare dalle fauci del torneo play-in. I primi quattro posti sono ormai irraggiungibili, ma c’è da scommettere che nessuna delle quattro squadre attualmente in testa (OKC, Minnesota, LA Clippers e Denver in rigoroso ordine di classifica) ha particolare voglia di affrontare tre giocatori del calibro di Devin Booker, Kevin Durant e Bradley Beal al primo turno di playoff, pur avendo il fattore campo a favore. Sin dall’inizio dell’anno però i Suns stanno facendo i conti con un problema che non riescono proprio a risolvere: quello dei quarti periodi. Anche questa notte contro gli Orlando Magic sono stati travolti nel quarto decisivo per 31-13 dai padroni di casa, sprecando un’altra prestazione da 44 punti di Devin Booker (anche lui fermo nel quarto periodo con soli 2 punti realizzati dopo i 62 firmati a Indianapolis) e segnando solo 5 dei 18 tiri tentati con ben 7 palle perse, subendo un parziale di 21-2 e rimanendo anche 8 minuti consecutivi senza canestri dal campo. Un rendimento difficile da comprendere se si considera la presenza contemporanea di tre attaccanti di quel calibro, eppure fino a questo momento coach Frank Vogel non è riuscito a porvi rimedio.
Phoenix, la peggior squadra della NBA nei quarti periodi
Su base stagionale i Suns hanno un differenziale su 100 possessi di +2.0, appena fuori dalla top-10 della lega grazie al 10° miglior attacco e la 16^ difesa — un risultato accettabile considerando tutti gli infortuni avuti dalla squadra dell’Arizona. Il problema, però, è che il buon rendimento nei secondi quarti (+8.9 di differenziale, quinto miglior dato della lega) e nei terzi (+11.3, quarti) viene completamente vanificato nel quarto quarto, dove Phoenix è semplicemente la peggior squadra della NBA a -15.7 punti realizzati su 100 possessi. Per dare un termine di paragone: i Suns riescono a essere quasi due volte peggio dei Detroit Pistons che hanno vinto solo sei partite quest’anno, con la squadra dell’ex allenatore Monty Williams che ha un differenziale di -8.8 nei quarti quarti. Phoenix è disastrosa sotto ogni punto di vista, ma in particolare in attacco: con 103.4 punti segnati su 100 possessi hanno il peggior rating offensivo della NBA con ampio margine sulla seconda peggiore, e in difesa sono 26esimi per rendimento. I problemi abbondano: vanno malissimo a rimbalzo (solo Washington ne prende di meno), commettono tantissime palle perse (solo i Lakers peggiori di loro) e non segnano più niente (solo Portland tira peggio di loro dal campo), peraltro viaggiando al ritmo più basso di tutta la NBA senza riuscire a procurarsi canestri facili.
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Anche dopo il rientro di Beal i Suns vanno malissimo nei quarti periodi
Uno immaginerebbe che con il ritorno di Beal la situazione sia migliorata, invece è incredibilmente peggiorata: pur con un record ampiamente positivo da 11 vittorie e 5 sconfitte nelle ultime 16 partite in cui è rientrato Beal, il rating offensivo nei quarti periodi scende a 102.9 (terz’ultimo in NBA) e anche quello difensivo peggiora a 119.6 (24°), con i soli Brooklyn Nets che hanno fatto peggio di loro in questo lasso di tempo. E dire che quando i Big Three giocano insieme i differenziali sono di assoluta élite (+13.9 in 305 minuti con 125.4 di rating offensivo), ma anche loro tre nei quarti periodi precipitano a un misero +4.4 in 68 minuti, pur essendo probabilmente tre dei migliori attaccanti puri dell’intera NBA e le squadre avversarie non abbiano abbastanza difensori forti per fermarli tutti e tre contemporaneamente. A volte però sono loro a intestardirsi con una selezione di tiro poco efficiente: i Suns sono secondi per tentativi dalla media distanza dietro solo ai Chicago Bulls e solo 23^ per tiri da tre punti, che unito al 24° posto per tiri al ferro dà vita alla terza peggior selezione di tiro di tutta la NBA dietro quelle di Golden State e Miami. Il loro talento permette di compensare i problemi visto che hanno la settima miglior percentuale realizzativa della lega e sono in top-10 in ogni posizione del campo, ma evidentemente nei quarti periodi la musica cambia — e se vogliono fare strada nei playoff coach Vogel deve trovare in fretta il modo di sbloccare quello che sulla carta dovrebbe essere un attacco inarrestabile, e invece è il peggiore di tutta la NBA quando conta di più.