Gli Houston Rockets si giocavano tutte le ultime chance di agganciare il torneo play-in uno scontro diretto con i Golden State Warriors, ma ne sono usciti con le ossa rotte perdendo sonoramente in casa. Coach Ime Udoka non ha risparmiato critiche alla sua squadra: "Il momento era troppo grande per tanti giocatori oggi, non sono saliti di livello come pensavo che avrebbero fatto"
Tra la sorpresa generale gli Houston Rockets sono riusciti a rimettere in piedi una stagione che, dopo l’infortunio di Alperen Sengun, sembrava destinata a concludersi nell’anonimato. La striscia di 11 successi consecutivi inanellata nel mese di marzo però ha rimesso in discussione l’ultimo posto per il torneo play-in mettendo pressione ai Golden State Warriors, contro cui i Rockets si giocavano stanotte le residue speranze di partecipare alla post-season in uno scontro diretto davanti al proprio pubblico. Invece di giocare al massimo delle loro possibilità, però, i Rockets si sono sciolti, venendo travolti da Steph Curry e Klay Thompson senza alcuna possibilità di appello. Una prestazione sconcertante che ha portato anche coach Ime Udoka ad attaccare la squadra in conferenza stampa: "Il momento era troppo grande per tanti giocatori oggi" ha detto con volto truce. "Sembravano cervi in tangenziale. O erano soft, o erano impauriti. Non sono saliti di livello come pensavo che avrebbero fatto". Un attacco in piena regola per un allenatore che, sin dai tempi dei Boston Celtics, non si è mai fatto problemi a mettere i suoi giocatori davanti alle proprie responsabilità. Con l’obiettivo 10° posto ormai probabilmente svanito — dovrebbero rimontare 4 gare di svantaggio e ne mancano 6 in tutto, senza tie-breaker a favore — i Rockets possono cominciare a pensare alla prossima stagione, ma il ricordo della partita di stanotte contro Golden State dovrà servire da pungolo per un’estate di lavoro.