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Donovan Clingan e la nazionale italiana: cosa manca per il passaporto

NBA
©Getty

Con gli UConn Huskies ha conquistato il secondo titolo NCAA in due anni al college, e dopo una grande annata le sue quotazioni al Draft sono in grande ascesa, salendo perfino alla numero 3 secondo alcune previsioni. Donovan Clingan è il nome del momento, e con nonna Deborah Centoni (sposata Porrini) di chiari origini italiane può tornare utile anche alla nazionale. La questione passaporti però è più complicata di come sembra

Donovan Clingan è il nome del momento. In due anni di college, il centro classe 2004 ha vinto due titoli NCAA consecutivi con gli UConn Huskies, tra cui quello di questa notte segnando 11 punti con 5 rimbalzi nella finale contro la Purdue di Zach Edey, autore di 37 punti nell’atto conclusivo della stagione collegiale. Ma mentre lo scorso anno Clingan usciva dalla panchina per coach Dan Hurley, in questo secondo anno di università è diventato un membro imprescindibile del quintetto base, viaggiando a 13.1 punti, 7.4 rimbalzi e 2.5 stoppate di media tirando con il 64% dal campo. Prestazioni che, unite all’ottimo percorso sotto i riflettori del torneo NCAA (ricevendo anche la nomination per il quintetto ideale), hanno fatto schizzare verso l’alto le sue quotazioni anche in ottica Draft NBA, con testate importantissime quali ESPN che lo vedono anche alla numero 3. In una classe non indimenticabile, il pedigree collegiale e le chiare caratteristiche tecnico-fisiche di Clingan potrebbero permettergli di guadagnare consensi in ottica Draft, dando alle squadre un "prodotto sicuro" al quale affidarsi invece di scommettere su altri giovani magari più talentuosi ma che offrono meno certezze.

Donovan Clingan può giocare con la nazionale italiana?

Per l’Italia, però, Donovan Clingan rappresenta anche un’opportunità in ottica nazionale. La nonna, infatti, si chiama Deborah Centoni (ha preso il cognome Porrini dopo essersi sposata) e ha chiare origini italiane, così come la mamma Stacey (ex stella dell’università del Maine, scomparsa nel 2018 per via di un cancro) ha discendenza italiana. Prima di poter dare per fatto il passaporto di Clingan, però, ci sono numerosi passaggi da dover compiere e il rischio che qualcosa vada storto è alto: la federazione è già in contatto con la famiglia di Clingan e ha in programma un incontro ora che si è concluso il torneo NCAA per capire innanzitutto se ci sia la volontà da parte del ragazzo di far parte della nazionale e, in seconda battuta ma non meno importante, se ci siano i presupposti burocratici per cominciare le bibliche pratiche per fargli avere un passaporto. A differenza di quanto accade in altri paesi, infatti, non esiste un passaporto "sportivo" per giocare con la nazionale, ma un passaporto vero e proprio che li rende cittadini italiani al 100% anche se non dovessero mai indossare la maglia della nazionale. Per fare un esempio recente: Paolo Banchero e la sua famiglia, che hanno ottenuto il passaporto anche grazie al lavoro della federazione, potrebbero votare alle prossime elezioni pur non indossando mai la maglia azzurra.

L'iter burocratico e le mille insidie per avere il passaporto

Il discorso del passaporto, quindi, è più complicato di “la nonna ha un cognome italiano quindi può avere il passaporto”: bisogna risalire all’ultimo parente nato in Italia e da lì ricostruire tutto l’albero genealogico e la storia della familiare. Basta anche un piccolo cavillo per far decadere il diritto a richiedere la cittadinanza, quali - a titolo di esempio - il giorno del matrimonio con un americano (visto che da quel momento si diventa statunitensi) o se si era già statunitensi al momento della nascita del parente diretto (nel caso di Clingan: nonna Deborah era già statunitense quando ha partorito mamma Stacey o manteneva ancora la cittadinanza italiana?). Solo dopo aver messo assieme tutti questi documenti, che già richiede una mole di lavoro non indifferente, si può capire se esistono i presupposti per avanzare la richiesta di passaporto, aprendo un iter altrettanto lungo tra consolati, ambasciate, home security e molto altro. Motivo per cui dare per certo che Clingan possa diventare italiano, al momento, è inesatto: solo dopo aver visionato i documenti si potrà capire se davvero ci sarà la possibilità di vederlo un giorno con la nazionale italiana, sempre che la prospettiva lo interessi ora che la sua carriera NBA sta per decollare.