Che per molti motivi quella dei Nets sarebbe stata una stagione di transizione si sapeva, ma Mikal Bridges e compagni hanno deluso anche le pur modeste attese che li accompagnavano. La squadra, prima e dopo il cambio di allenatore avvenuto a febbraio, non ha mostrato alcun segnale di crescita o spunti davvero significativi in chiave futura. E ora uscire dalla mediocrità sarà davvero complicato
- Male dal punto di vista del record (32-50) e ancora peggio per quanto si è visto in campo. Fin dall'inizio della regular season i Nets sono sembrati una squadra alla continua ricerca della propria identità, che però non sono mai nemmeno andati vicini a trovare
- Impossibile fare raffronti con la stagione precedente, dove Brooklyn aveva chiuso al 6° posto a Est con 45 vittorie, frutto però in gran parte della prima metà di regular season in cui Kevin Durant e Kyrie Irving vestivano ancora la maglia dei Nets
- In un'annata davvero piatta, gli unici sussulti sono arrivati dalle prestazioni individuali di Cam Thomas, capace di andare oltre i 30 punti segnati in 15 partite e 4 volte addirittura oltre i 40
- Difficile anche trovare un momento particolarmente basso nella stagione di Brooklyn, ma forse l'assenza totale di un qualsiasi tipo di reazione da parte della squadra dopo il cambio dell'allenatore ci va vicino
- Volente o nolente Mikal Bridges è l'unico giocatore davvero di peso nel roster dei Ners. E sarà lui a rimanere ancora nel prossimo futuro il centro di gravità della squadra, che si decida di provare a capire cosa sarebbe possibile ottenere in cambio scambiandolo oppure che si provi ad affiancargli almeno un compagno di pari livello non fa poi gran differenza in questo senso
- Gli aspetti del gioco in cui migliorare sono molti, a partire dalla selezione di tiro, ma con la pochezza di talento a disposizione Brooklyn non può che puntare su Thomas, anche se l'estensione del suo contratto potrebbe rivelarsi meno semplice del previsto
- Definirlo una delusione è persino un eufemismo, perché nell'anno che doveva essere quello del suo rilancio Ben Simmons ha giocato 15 partite, chiudendo la sua stagione a fine febbraio senza lasciare alcun segno del suo passaggio
- Avrebbe dovuto essere la spalla di Bridges, ma in questa stagione Cam Johnson ha fatto registrare un passo indietro praticamente in ogni voce statistica e ha messo in mostra una sorta di crisi d'identità cestistica dai contorni preoccupanti
- L'unica buona notizia dal punto di vista salariale per i Nets è che i 40 milioni da corrispondere a Simmons per la stagione 2024-25 sono gli ultimi del contratto che lega l'ex Sixers alla franchigia. Nic Claxton, tra le poche note vagamente positive della squadra, andrà in scadenza e potrebbe trovare offerte migliori altrove
- Per ora i Nets ripartono da una sola certezza: la scelta di Jordi Fernandez in panchina. Il nuovo coach, all'esordio da capo allenatore, è stato scelto per il suo profilo fortemente orientato allo sviluppo dei giocatori. Ora tocca al front office offrirgli un roster almeno un po' più coerente e sensato rispetto a quello con cui si è chiusa la stagione. I postumi dello scambio per James Harden del gennaio 2021, però, complicano il tutto
- In teoria i Nets hanno il 20.2% di possibilità di scegliere in top 5 al prossimo Draft, nel concreto conta tutto molto poco perché le loro scelte per quest'anno, così come per i prossimi tre, sono in mano a Houston per via della trade per Harden
- Senza scelte al primo giro, ora come ora i Nets si troverebbero nella situazione di dover pescare qualcosa di buono nelle posizioni medio-basse del prossimo Draft. Considerata la necessità di ricostruire in fretta, non è da escludere che i pochi asset a disposizione vengano utilizzati in qualche trade