L'alfabeto NBA: la lettera "S" di salay cap e scoring, stipendi e punti segnati

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L'alfabeto della NBA arriva alla lettera "S", come salary cap, il tetto salariale che garantisce la parità competitiva nella lega, e come scoring, ovvero il segnare dei punti. Roba per dirigenti, o per meglio dire per general manager, e per attaccanti immarcabili insomma, da Wilt Chamberlain a Kobe Bryant

Una delle caratteristiche che il mondo dello sport, in particolare quello europeo, invidia alla NBA è la capacità di mantere la parità competitiva costante tra le squadre della lega. E tra gli strumenti che la rendono possibile c'è prima di tutto il salary cap, ovvero la prima parola dell'alfabeto della NBA per la lettera "S". Il tetto salariale, identico per ogni franchigia, rappresenta un limite alla spesa delle singole proprietà e allo stesso tempo un mezzo che, se utilizzato bene, può portare in squadra i migliori campioni sulla piazza. Campioni che nella maggior parte dei casi sanno fare prima di tutto una cosa: segnare. E infatti l'altra parola dell'alfabeto della NBA per la lettera "S" è proprio "scoring". Dai 100 punti segnati in una sola partita da Wilt Chamberlain agli 81 di Kobe Bryant, passando per le modifiche imposte al gioco: tutto, nel basket di ieri, oggi e domani, passa dalla capacità di segnare