Ora che conosciamo i nomi delle otto squadre rimaste a contendersi il Larry O’Brien Trophy, prendiamoci una pausa per celebrare quelli che sono stati i cinque migliori giocatori (e le loro co-stelle) fino a questo momento. NBA.com li ha scelti tra quelli che sono riusciti ad avanzare al secondo turno e che vedremo ancora in campo nelle prossime settimane. I giocatori sono in ordine alfabetico e non di grandezza
- 35.5 punti, 4.5 rimbalzi, 9 assist
- Difficile trovare le parole per spiegare quanto fatto da Brunson in questi playoff, perciò affidiamoci ai numeri: dopo i 46 punti combinati nelle prime due partite con basse percentuali (16/55 dal campo), da gara-3 in poi il playmaker è stato fenomenale, senza mai segnare meno di 39 punti e rimanendo sempre vicino al 50% al tiro pur avendo tutti gli occhi di Philadelphia addosso. Una serie sensazionale per un giocatore a tratti inarrestabile
- 16.8 punti, 12.3 rimbalzi, 4.5 assist
- Tolti tre giganti come Anthony Davis, Nikola Jokic e Jarrett Allen, il quarto miglior rimbalzista dei playoff finora è una guardia di 1.95 che ha conquistato il cuore di tutta New York. Josh Hart è stato il segreto dei Knicks al primo turno, tirando come mai prima d’ora (43.2% dall’arco su 6 tentativi a partita, lui che in carriera ha un mediocre 34.4% e in regular season tirava col 31%) e giocando un totale di 278 minuti su 293 possibili. Un quarto d’ora di riposo in due settimane
- 29.8 punti, 8.8 rimbalzi, 9.5 assist
- Non è nemmeno stata la sua miglior serie contro i Clippers, ma Doncic ormai ha raggiunto un livello tale da far sembrare normale (o quasi deludente) una tripla doppia di media sfiorata. In gara-5 ha spaccato in due la serie con la sua 20^ partita in carriera ai playoff da almeno 30 punti, il quinto a riuscirci prima di compiere 25 anni dopo LeBron, Durant, Kobe e Tatum. Il tutto nonostante un ginocchio dolorante e un raffreddore persistente che lo ha debilitato: OKC è avvisata
- 26.5 punti, 5.7 rimbalzi, 4.7 assist
- Doncic non sarebbe riuscito a eliminare i Clippers per la prima volta in carriera senza Irving, che è stato decisivo nei momenti decisivi della serie segnando tanto in poco tempo. In gara-6 i due hanno combinato per 58 punti, con “Closeout Kyrie” (mai sconfitto in 13 partite in carriera con la possibilità di chiudere una serie) autore di 28 dei suoi 30 punti nella ripresa per avanzare al secondo turno, il tutto tirando col 45% da tre
- 31 punti, 8 rimbalzi, 6.3 assist
- Era già reduce dalla miglior regular season in carriera, ma Edwards è riuscito a fare un ulteriore step con l’inizio dei playoff, spazzando via i Phoenix Suns con un cappotto che i T’Wolves non avevano mai realizzato nella loro storia. I 40 punti con cui ha chiuso gara-4 rimangono una perla, e se continua come fatto vedere in gara-1 contro Denver (43 punti) l’appuntamento è fissato tra due settimane per far parte anche dei migliori del secondo turno
- 19.4 punti, 8.4 rimbalzi, 2.6 assist
- I numeri non sono scintillanti, ma bisogna contestualizzarli: Towns era appena rientrato da un mese di assenza per infortunio e, pur con i soliti problemi di falli (4.4 di media in questi playoff) si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa tirando con un fantasmagorico 52.4% da tre — nessuno meglio di lui con almeno 4 tentativi a partita. In più ha difeso come mai in carriera, anche contro un avversario del calibro di Kevin Durant
- 27.3 punti, 6 rimbalzi, 5 assist
- Diventato padre da poco, il candidato MVP al primo turno ha chiuso con cifre oneste ma non entusiasmanti quanto quelle della regular season, complici brutte percentuali da tre punti (29.4%) e stranamente ai liberi (72.7%). I suoi 33 punti in gara-2 sono comunque stati fondamentali per i Thunder per piegare definitivamente i Pelicans, eliminati in quattro partite come non capitava a OKC dai tempi di Durant, Westbrook e Harden
- 21.3 punti, 7.3 rimbalzi, 5 assist
- OKC ha tremato quando J-Dub è uscito per un colpo al volto in gara-3, ma il sophomore è regolarmente rimasto in campo ed è stato determinante per il passaggio del turno dei suoi, sfiorando il 40% da tre punti ma soprattutto con un plus-minus di +18.5 di media, il migliore di tutta la NBA al primo turno davanti al +15.6 di Jayson Tatum dei Boston Celtics
- 28.2 punti, 16.2 rimbalzi, 9.8 assist
- L’MVP in carica delle ultime Finals — e probabilissimo MVP della regular season — ha viaggiato come al solito vicino alla tripla doppia di media, piazzando ben due partite da 25+20 nella serie contro i Los Angeles Lakers. Le fortune dei Nuggets passano inevitabilmente dalle sue mani, anche se ora si trova davanti forse la miglior difesa che abbia mai incontrato — quella dei Minnesota Timberwolves guidata da Rudy Gobert
- 22.5 punti, 4 rimbalzi, 6.7 assist
- Come si suol dire: i punti non si contano, ma si pesano. Al primo turno Murray ha tirato male, superando a malapena il 40% dal campo e il 31% da tre complice un polpaccio che gli crea noie continue, ma nel momento del bisogno si è fatto trovare pronto realizzando non solo il buzzer beater di gara-2, ma anche il canestro della vittoria in gara-5 che ha sancito l’eliminazione dei Lakers per mano dei campioni in carica