Dopo l’ennesima stagione disastrosa, nel giro di poche settimane i Pistons hanno cambiato guida dietro la scrivania e licenziato l’allenatore messo sotto contratto solo un anno fa. Trajan Langdon, nuovo general manager, ha confermato l’intenzione di ricostruire da capo la squadra puntando sui tanti giovani talenti a roster. Detroit vuole tornare in alto, ma non ha fretta di scalare posizioni in classifica, così come la ricerca del successore di Monty Williams pare destinata a proseguire con calma
Come si affronta un’estate dopo l’ennesima annata disastrosa, chiusa con il peggior record di tutta la NBA e con la striscia di sconfitte consecutive più lunga nella storia della lega? Secondo i Pistons azzerando tutto e ricominciando da capo. “I nostri errori in passato non sono stati commessi da una sola persona” ha dichiarato il proprietario della franchigia Tom Gores introducendo la conferenza stampa di presentazione del nuovo GM Trajan Langdon, “ma avevamo bisogno di ripartire da zero e sarà Trajan a guidare questa ripartenza”. Una ripartenza avviata con l’avvicendamento tra Troy Weaver, in sella al front office dei Pistons dal 2020, e Langdon e proseguita con il licenziamento di Monty Williams nonostante i 5 anni (e 60 milioni di dollari abbondanti) ancora in essere nel suo contratto. Una ripartenza che, nelle parole dello stesso Langdon, avrà come punto fermo lo sviluppo dei tanti giovani talenti a roster, e che vivrà lontano da tempistiche affrettate, anche per quanto riguarda la nomina del nuovo allenatore.
Ricostruire pezzo per pezzo, il ruolo di Fontecchio
Il nuovo GM dei Pistons, arrivato in Michigan dopo l’esperienza a New Orleans, eredita una squadra dall’età media molto giovane, dal discreto talento complessivo con ampi margini di miglioramento e uno spazio salariale di circa 60 milioni di dollari. “Per quanto vogliamo vincere” ha dichiarato Langdon nella sua prima conferenza stampa nel nuovo ruolo, “la priorità rimane quella di sviluppare i nostri giovani”. Per quanto riguarda lo spazio salariale a disposizione, Langdon ha le idee altrettanto chiare: “Lo useremo per assorbire contratti da altre squadre e in cambio ricevere delle scelte ai futuri Draft, provando al contempo a portarci in casa giocatori che aiutino i nostri giovani a crescere”. Resta quindi da valutare come si incastrerà la situazione di Simone Fontecchio, voluto a Detroit dal predecessore di Langdon e attualmente in attesa di capire come e se i Pistons intendano proporgli quel rinnovo del contratto scaduto che fino a poche settimane fa sembrava pressoché certo. Perché la prospettiva a Detroit, dove non si vince una serie di playoff dal lontano 2008, è quindi di lungo periodo. Così come di medio se non addirittura lungo periodo è la prospettiva che riguarda l’ingaggio del successore di Williams, che sempre secondo Langdon arriverà senza forzare le tempistiche di selezione. I candidati, con James Borrego e Micah Nori in probabile pole position, intanto proseguono i colloqui con il nuovo front office dei Pistons.