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Mercato NBA, Brandon Ingram rimane in bilico: nessuno vuole dargli 200 milioni

NBA
©Getty

Insieme a Lauri Markkanen, Brandon Ingram rimane il giocatore di maggiore “pedigree” disponibile sul mercato, ma fino a questo momento nessuna squadra — a partire dai New Orleans Pelicans — sembra intenzionata a dargli i 208 milioni di dollari al massimo salariale che l’ala cerca dal suo prossimo contratto

Il mercato NBA ha decisamente rallentato nell’ultima settimana, ma questo non significa che non ci siano delle situazioni rimaste in bilico. Mentre mezza NBA sembra fare la fila per prendere Lauri Markkanen dagli Utah Jazz, c’è un altro giocatore con una convocazione all’All-Star Game nel suo recente passato che invece non sembra incontrare i favori della lega in questo momento. Brandon Ingram, infatti, si appresta ad entrare nel suo ultimo anno di contratto con i New Orleans Pelicans a 36 milioni di dollari e i suoi rappresentanti hanno fatto intendere che l’ala intende firmare un contratto al massimo salariale, che sia subito tramite un’estensione o in free agency nell’estate del 2025. Un accordo che arriverebbe nei dintorni dei 208 milioni di dollari in quattro anni ma che, fino a questo momento, nessuno sembra intenzionato a dargli. Come scritto dal giornalista Mark Stein, i Pelicans "hanno detto chiaramente che non arriveranno al massimo salariale per rifirmarlo e, anche se diverse squadre hanno esplorato la possibilità di scambiare per prenderlo, finora nessun’altra squadra ha espresso interesse a offrirgli il contratto che il 26enne chiede". In un’era in cui il "second apron" incombe sui ragionamenti a lungo termine di tutte le squadre come di fatto un "hard cap", dare oltre 50 milioni di dollari l’anno per un giocatore che ha avuto numerosi problemi di infortuni in carriera e che non ha dimostrato di poter avere chissà quale impatto sulle vittorie della propria squadra è visto come un rischio, e finora è un rischio che nessuno intende correre nonostante l’innegabile talento dell’ex Lakers, che da cinque anni consecutivi sfiora i 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media con buonissime percentuali al tiro. Ma come insegna anche il caso Zach LaVine, in giro per la NBA c’è sempre meno interesse per gli All-Star borderline con alle spalle significativi problemi di infortuni.