Compagni d’avventura con Team USA e pronti a partire per le Olimpiadi di Parigi, a separare LeBron James da Jayson Tatum ci sono però ben 14 anni. Tanto che la stella dei Celtics e fresco campione NBA coglie finalmente l’occasione per raccontare all’idolo d’infanzia di quella volta che, negandogli un autografo, l’aveva fatto piangere. Uno sgarro che Tatum avrebbe vendicato qualche anno più tardi
A Jayson Tatum l’occasione dev’essere sembrata irripetibile: mai, prima del raduno di Team USA, aveva potuto condividere lo spogliatoio con LeBron James. Da quando la stella dei Celtics è entrata in NBA, d’altronde, LeBron è sempre e solo stato un avversario, prima con la maglia di Cleveland, poi con quella dei Lakers e poi anche nel corso dei vari All-Star Game. Così, pare di capire, Tatum non aveva fin qui avuto modo di raccontare un aneddoto molto particolare a quello che, insieme all’immancabile Kobe Bryant, è stato l’idolo della sua adolescenza. “Non gliel’ho mai raccontato” conferma Tatum mentre accanto a James si rilassa ai margini di una sessione d’allenamento agli ordini di coach Steve Kerr, “Quella volta che gli ho chiesto un autografo non è che mi abbia detto proprio no, ma il senso della sua risposta era stato proprio quello”. “Eravamo a Memphis, tanto tempo fa” prosegue Tatum “e Larry Hughes [compagno di James ai Cavs N.d.R.] era il miglior amico di mio padre. Mia madre mi ha portato alla partita, io volevo incontrare Le Bron, farmi una foto con lui e farmi fare un autografo”. Il tentativo del piccolo Tatum, però, non va a buon fine: “C’erano un sacco di persone, e lui ha detto: me ne devo andare, ciao. Appena arrivato in macchina mi sono messo a piangere, ma è acqua passata”. La risposta di LeBron arriva puntuale: “Non ti ho fatto l’autografo quella volta, quando avevi 11 anni, ed è per questo che mi hai schiacciato in testa alle finali di Conference?”.