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NBA, New York accoglie Towns: i motivi (anche personali) perché potrebbe funzionare

NBA

Lo scambio che ha rivoluzionato la NBA a poche ore dal via dei training camp ha portato un altro All-Star nella Grande Mela. Towns ritrova in panchina Tom Thibodeau, con cui ha già trascorso due anni e mezzo nel Minnesota, ma sono personali le ragioni per cui vestire il blu-arancio per l'ex T'Wolves è qualcosa di davvero speciale. E riguardano sua madre Jacqueline (morta nel 2020) e suo padre Karl Sr.

Si volta pagina: si saluta e si ringrazia Julius Randle, si accoglie a braccia aperte Karl-Anthony Towns, con il classico post di benvenuto sui social ma ancora di più con un enorme billboard posizionato a Penn Station, nel cuore di New York, all’ingresso del Madison Square Garden. E New York, si sa, ha sempre un fascino speciale sulle persone, ancor più se da ragazzini finiscono a vivere nel New Jersey, dall’altra parte del fiume. “Quando siamo arrivati dalla Repubblica Dominicana, mia madre [morta nel 2020 per complicazioni legate al Covid, donna a cui Towns era legato in maniera viscerale, ndr] andava sempre a vedere le partite dei Knicks al Garden. E io a casa avevo due scelte: Nets o Knicks, ma i Knicks erano su MSG Network, che al tempo era gratis, per cui potevo seguire ogni partita, la scelta è stata facile. E poi c'era la Linsanity: me la sono goduta tutta”, rivela. Ma non solo: Towns ha raccontato di come New York sia anche stata l’unica squadra che abbia dato una chance di NBA al padre, Karl Sr., discreto giocatore liceale prima a Piscataway, nel New Jersey, e poi in ben tre college diversi, prima di ottenere un invito al training camp dai Knicks. 

Il rapporto con Thibodeau, dopo gli anni assieme nel Minnesota

Towns poi ritrova a New York un allenatore che ha già avuto – e che a sentir lui ha già amato tantissimo – nel Minnesota: Tom Thibodeau. “Quello che rispetto maggiormente di Thibs è che vuole vincere. Sempre. Ha una passione genuina, vera, per questo gioco, è un super allenatore che apprezzo ancora di più oggi, che sono più grande, rispetto al passato”. Dopo aver iniziato la sua carriera nella lega allenato da Sam Mitchell, già al secondo anno proprio Thibodeau si è seduto sulla panchina dei Timberwolves, dove è rimasto per due stagioni e mezzo (raggiungendo i playoff nel 2018). L’allenatore di New York può dire quindi di conoscere bene il neo-arrivato in blu-arancio, e difficile pensare che non abbia dato il suo ok alla trade che ha riunito i due ex T’Wolves. Convinto, probabilmente, di poterlo allenare al meglio e di potergli far fare il salto di qualità finale. 

approfondimento

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