La superstar oggi ai Clippers torna su uno dei più intriganti "what if" della storia recente della NBA. A inizio anni '10, infatti, i Thunder del trio Westbrook-Durant-Harden sembrano sul punto di dominare la NBA: arrivano una volta in finale a Ovest e l'anno dopo a giocarsi il titolo. Ma poi lo spazio salariale per rinnovare Harden non c'è più e il giocatore va a Houston
Uno dei più grandi “what if” della storia recente della NBA. Cosa sarebbe successo se…? Il quesito riguarda gli Oklahoma City Thunder dei primi anni ’10, quelli capace di arrivare in finale a Ovest nel 2011 e poi addirittura in finale NBA nel 2012 con il trio delle meraviglie Russell Westbrook, Kevin Durant e James Harden (votato sesto uomo dell’anno, quella stagione). Il titolo lo persero contro i Miami Heat di LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh, ma fu l’estate ha interrompere i sogni di gloria dei tifosi dei Thunder, perché – rinnovato Serge Ibaka, titolare fisso di quella squadra – a OKC si ritrovarono senza lo spazio salariale necessario per accomodare le richiesta di James Harden, giocatore in rampa di lancio, pronto ormai al quintetto base (e a diventare una vera e propria superstar). Secondo quanto riportato negli anni da ESPN, la differenza tra la richiesta del giocatore e del suo agente e l’offerta della società non era poi così alta: solo 4.5 milioni di dollari. Ma a quella cifra i Thunder non arrivarono mai e così Harden in estate firmò per Houston, dove poi divenne MVP NBA e più volte capocannoniere della lega. “Avremmo vinto almeno due titoli NBA, minimo”, afferma oggi Harden, parlando dell’eventualità che il terzetto con Westbrook e Durant fosse rimasto unito.
“Ovviamente è difficile da dire – aggiunge il giocatore oggi ai Clippers – perché gli equilibri sarebbero cambiati, io sarei entrato in quintetto, fino a quel punto mi ero sacrificato per il bene della squadra ma era arrivato il momento che fossi titolare. Ma non lo sapremo mai: finì tutto per via di 4 milioni di dollari”, conclude amareggiato Harden.