Gli altri Spurs oltre Wembanyama: un’audizione lunga una stagione

Quando una squadra ha la fortuna di poter scegliere al Draft un giocatore generazionale come Victor Wembanyama, il proprio modo di pensare cambia immediatamente. Invece di pensare al lungo periodo in attesa di una svolta, i San Antonio Spurs hanno avuto quella svolta nella primavera del 2023 quando hanno vinto la Lottery del Draft, e da quel momento hanno cominciato a operare seguendo un’unica stella polare: cosa possiamo fare per massimizzare il talento di Wemby? Per questo, alla vigilia della prima delle due partite che gli Spurs giocheranno a Parigi contro gli Indiana Pacers , diventa interessante analizzare come stanno andando "gli altri" giocatori di San Antonio oltre a Wembanyama, della cui progressione abbiamo già parlato in diverse occasioni e la cui prima convocazione all’All-Star Game non dovrebbe essere in discussione. Perché i successi di San Antonio dipenderanno tanto dal francese, ma ancor di più da chi gli starà intorno nei prossimi anni. Come sempre accade quando c’è una stella di grandezza così grande, essere suoi compagni di squadra non è per niente semplice. Un po’ come capitava con i membri dei Cleveland Cavaliers all’inizio della carriera di LeBron James, giocare con giovani fenomeni ha tanti lati positivi ma anche moltissimi negativi . Dopo la passata stagione in cui gli Spurs erano decisamente troppo giovani per poter competere, nel corso dell’estate la dirigenza guidata da RC Buford è corsa ai ripari prendendo due veterani come Chris Paul e Harrison Barnes per dare dei punti di riferimento in spogliatoio. Arrivati alla boa di metà stagione, i due stanno mantenendo ciò che ci si aspettava da loro: nonostante le tante primavere sulle spalle, entrambi hanno preso parte a tutte le 41 partite disputate con cifre adeguate per quello che è il momento della loro carriera. Nessuno si aspetta che CP3 alla soglia dei 40 anni sia quello dei tempi migliori, ma anche alla sua 20^ stagione in carriera si sta confermando come un playmaker che distribuisce 8.2 assist di media a fronte di sole 1.6 palle perse in meno di 30 minuti a partita. Arrivare al ferro è ormai fuori discussione e la difesa non è più quella in grado di fare la differenza, ma segna da tre con un rispettabile 37% e il suo classico tiro dal mid range è ancora automatico . L’impressione visiva è che con lui in campo il ritmo cali drasticamente, ma i numeri ci dicono che senza di lui San Antonio proprio non funziona: il suo differenziale su 100 possessi tra quando c’è e quando non c’è è di +17.5, più alto anche di quello di Wembanyama. Harrison Barnes, fedele a quello che è stato un po’ in tutta la sua carriera, dà sempre l’impressione di poter fare qualcosa di più, ma si ferma sempre sul più bello vittima di una inconsistenza pressoché cronica. Le sue medie, però, sono solide: oltre 11 punti a partita col 48% dal campo, il 40.5% da tre punti e l’81% ai liberi, con una spruzzata di rimbalzi offensivi. “Nothing to write home about”, come dicono negli Stati Uniti, ma certamente non può essere catalogato tra le note negative della stagione neroargento. Paul e Barnes fanno parte delle opzioni a breve termine per gli Spurs, e quindi è giusto mantenere basse le aspettative, mentre bisogna fare un altro discorso per quelli che dovrebbero far parte degli Spurs del futuro e, idealmente, del supporting cast di Wemby per puntare a vincere. Questo ha trasformato la stagione in una specie di casting lungo 82 partite, utile alla dirigenza per capire su chi puntare in vista degli anni in cui il francese sarà un candidato MVP e chi invece non si incastra alla perfezione con le caratteristiche del francese. Le attenzioni maggiori sono inevitabilmente finite sulle spalle di Devin Vassell e di Stephon Castle, i due giocatori su cui gli Spurs hanno investito di più in termini di contratto e di scelte al Draft e dalla cui convivenza dipende molto delle scelte future di San Antonio. In sostanza: i due possono coesistere o si escludono l’uno con l’altro? E quale dei due funziona meglio con Wembanyama? I risultati, almeno finora, non sono entusiasmanti. Nei 716 possessi in cui i due hanno giocato assieme il rendimento degli Spurs è stato di -12.6 su 100 possessi, andando male sia in attacco che in difesa. Le cose cambiano invece quando in campo ce n’è solo uno: +3.8 su 1.313 possessi con il solo Castle, mentre con il solo Vassell il differenziale è comunque negativo a quota -10.6 in 866 possessi. Il Net Rating, cioè il differenziale su 100 possessi, non è una statistica assoluta e indiscutibile, ma anche dando un po’ di beneficio del dubbio a Vassell — la cui stagione è cominciata solo alla decima partita stagionale per un’operazione estiva al piede, e solo dal 19 dicembre è tornato in quintetto base — è chiaro che finora il numero 24 non abbia esattamente scaldato gli animi, complice anche una certa vulnerabilità nella metà campo difensiva . Anche a Castle va dato il beneficio di essere alla sua prima stagione in NBA, giustificando così — almeno fino a un certo punto — gli errori e i lapsus mentali che ancora ogni tanto lo affliggono, oltre ai problemi al tiro che erano ben noti già prima della sua scelta al Draft. Castle è andato molto a ondate, come prevedibile per un giocatore di soli 20 anni: alterna lampi di assoluta ferocia agonistica e faccia tosta ad altri in cui si sconnette mentalmente dalla partita, e in generale le squadre avversarie nascondono su di lui il loro lungo per poter raddoppiare Wembanyama con chili e centimetri senza pagare dazio sul perimetro. Lunghe estati di lavoro al tiro e una maggiore convinzione nelle sue capacità balistiche dovranno andare i pari passo per evitare di essere un punto debole in attacco per gli Spurs, che invece sono ben impressionati dal suo playmaking e dalle sue capacità di penetrazione. Paradossalmente, quello maggiormente a suo agio per giocare con Wembanyama sembra essere Jeremy Sochan. Nonostante un tiro perimetrale del tutto mancante e una serie di infortuni di troppo , quando è stato in campo il giocatore della nazionale polacca ha capito prima degli altri come e quando muoversi negli spazi lasciati liberi dalle difese avversarie, inevitabilmente attratte da Wembanyama ogni volta che tocca il pallone. Sochan è bravissimo a muoversi lontano dal pallone e a farsi trovare al ferro per i lob del francese , ma anche a prendere posizione per recuperare rimbalzi offensivi . E in difesa è restituisce più del doppio di quello che toglie in attacco in termini di spaziature: con lui in campo gli Spurs concedono quasi 6 punti su 100 possessi in meno rispetto a quando non c’è, il terzo miglior dato di squadra dietro Wembanyama e Chris Paul . Nella rotazione di coach Mitch Johnson, in attesa che Gregg Popovich possa essere abbastanza in salute per terminare in panchina la sua leggendaria carriera, sono riusciti a ritagliarsi spazio anche Julian Champagnie e Keldon Johnson, gli unici altri giocatori sopra i 400 minuti disputati fino a questo momento. I due hanno profili tanto diversi quanto complementari: Champagnie è un buon atleta che tira tutto quello che gli passa per le mani anche per mantenere alto il volume delle conclusioni dall’arco in una squadra che non vanta grandissimi tiratori; Johnson invece, dopo aver segnato anche 22 punti di media nel 2022-23, ha quasi dimezzato il suo apporto in termini di punti e di tiri da fuori, provando a specializzarsi nel ruolo di "slasher" e portatore di energia uscendo dalla panchina. L’upgrade più grande a cui gli Spurs possono pensare in estate, che sia al Draft o in free agency, sta proprio nel tiro da tre punti. I neroargento sono ottavi per volume di conclusioni dall’arco, ma solamente 22esimi in NBA per percentuale di realizzazione, tirando sotto il 35% da tre di squadra. Nel roster c’è un solo tiratore sopra il 40% e Wembanyama è con margine il tiratore più prolifico dall’arco con 113 triple a segno in stagione. Un dato che deve necessariamente cambiare per permettere al francese di avere un po’ più di spazio con cui operare in avvicinamento a canestro , ma anche per punire le attenzioni che le difese riservano al francese senza subire conseguenze. Lo sviluppo degli "altri" Spurs passa soprattutto da questo: l’audizione continuerà anche dopo Parigi e per tutta la seconda parte della stagione, ma il casting per costruire una dinastia assieme a Wemby è più che mai aperto.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Gli altri Spurs oltre Wembanyama: un’audizione lunga una stagione

Dario Vismara