Per undici stagioni è stato la bandiera dei Portland Trail Blazers. Poi, a fine settembre 2023, la cessione ai Milwaukee Bucks. Che oggi lo stesso Lillard spiega, addossando la responsabilità al front office della squadra (Joe Cronin e soci) e alla scelta da loro effettuata con la terza chiamata assoluta al Draft 2023. Non quella suggerita da Lillard
Undici stagioni NBA non si cancellano in un momento. La storia d'amore tra Damian Lillard e i Portland Trail Blazers, la squadra che lo scelse al Draft nel 2012, sembrava destinata a non finire mai. E invece bisogna proprio tornare a un Draft - quello di undici anni dopo, nel 2023 - per individuare forse le ragioni della partenza del giocatore dall'Oregon, destinazione il Wisconsin e i Milwaukee Bucks. Sono le parole dello stesso Lillard a rivelarlo: "Mi ricordo di aver detto al nostro management: 'Se mettiamo le mani sulla scelta n°1 del Draft, ovvero Wembanyama, bene. Altrimenti qualsiasi altra scelta diventa un ottimo asset di mercato sicuramente ambito da tante altre squadre'. Scelsero di non seguire il mio consiglio, presero un'altra strada e sinceramente non ne ho mai capito il senso", ha raccontato la superstar oggi ai Bucks al fianco di Antetokounmpo. "Mi ricordo di aver seguito il Draft da Parigi, era tardissimo, nel cuore della notte, dormivano tutti tranne io e mio padre. Passa la scelta n°1, passa la n°2, alla terza mi aspetto che venga annunciato uno scambio che vede protagonisti i Blazers. E invece nulla. Scelgono Scoot [Henderson] da aggiungere a una squadra già con me, Anfernee Simons e Shaedon Sharpe. Com'era possibile far coesistere tutti? Mi ricordo di essere andato a letto, mentre mio padre rimase in piedi tutta la notte, fino alla fine, sperando fino all'ultimo in una trade per la nostra terza chiamata...".
Dichiarazioni che sostanzialmente addossano le responsabilità dell'addio di Lillard al general manager della squadra, Joe Cronin, anche perché il giocatore sottolinea che al momento di quel Draft, nell'estate 2023, "non ero certo intenzionato ad andarmene". A fine settembre di quell'anno, invece, arriva lo scambio che lo porta ai Bucks: e il resto è storia.
