L’ultima e unica volta in cui i Thunder, che nel 2008 hanno preso il posto dei Seattle Supersonics, erano stati alle Finals risale al 2012. Quella era la squadra di Kevin Durant, Russell Westbrook e James Harden, poi sconfitta dagli Heat dei Big Three ma in apparenza destinata ad avviare una dinastia. Le cose sono andate in maniera molto diversa, ma ora Oklahoma City è tornata all’atto finale della stagione con l’obbiettivo di vincere il titolo e, questa volta sì, avviare una dinastia
In apparenza sembra passata un’epoca, e in effetti lo è, anche se alcuni protagonisti delle Finals 2012 sono ancora in NBA. Lo sono, per esempio, Kevin Durant, Russell Westbrook e James Harden, ovvero il trio di giovani stelle che quell’anno trascinava a grande sorpresa Oklahoma City alle sue prime Finals. Quella era solamente la quarta stagione dopo il passaggio da Seattle a OKC, con la cancellazione dei Sonics e la creazione di una nuova franchigia, e il viaggio in finale finiva con una sconfitta per mano dei Miami Heat di LeBron James, tutt’ora tra i nomi più importanti della lega, e di Dwyane Wade e Chris Bosh, che da tempo hanno invece già appeso canotta e pantaloncini al chiodo. La sconfitta, però, era allora attutita dalla sensazione di essere solo all’inizio di un’avventura che avrebbe di certo riportato i Thunder a giocarsi il titolo. La storia è andata in modo molto diverso e per tornare all’atto finale della stagione Oklahoma City ha dovuto attendere ben tredici anni e il formarsi di un nuovo trio di stelle.
I Thunder ieri e oggi
Laddove ieri c’erano Durant, Westbrook e Harden, oggi OKC può godersi Shai Gilgeous-Alexander, Jalen Williams e Chet Holmgren. Giovani, talentuosi e con un radioso futuro davanti, i nuovi ‘Big Three’ deiThunder hanno riportato la squadra alle Finals dopo una stagione a dir poco dominata. Il canadese, MVP della stagione e quindi fresco MVP delle finali della Western Conference chiuse con il secco 4-1 rifilato a Minnesota, è l’uomo immagine di OKC così come lo era Durant nel 2012, mentre a differenza di Westbrook e Harden, Williams e Holmgren sembrano essere a loro agio nel ruolo di seconda e terza stella. La differenza tra i Thunder del 2012 e quelli del 2025, che in comune hanno di fatto solo la presenza dietro la scrivania di Sam Presti, architetto di quello che è un autentico capolavoro dirigenziale, pare essere proprio questa. Oltre al fatto che coach Mark Daigneault, al contrario di Scott Brooks tredici anni fa, può contare su un roster profondo e su una identità di squadra assai coesa. Dopo essere tornati alle Finals, quindi, l’obbiettivo per SGA e compagni non può che essere uno: sollevare finalmente il Larry O’Brien Trophy.