Gli Atlanta Hawks vogliono essere i nuovi Indiana Pacers

Fino a poco tempo fa, gli Atlanta Hawks sembravano fermi laddove nessuno vuole mai ritrovarsi in NBA: esattamente nel mezzo. Dopo la finale di conference conquistata nel 2021, Atlanta ha costantemente veleggiato attorno al 50% di vittorie senza mai dare l’impressione di poter andare più su di così, collezionando quattro partecipazioni consecutive al torneo play-in e due eliminazioni al primo turno dei playoff con tre vittorie in tutto. Neanche gli scossoni più grandi dati alla squadra, in particolare lo scambio per prendere Dejounte Murray dai San Antonio Spurs e l’assunzione di Quin Snyder in panchina, sono riusciti a scuotere la franchigia dal torpore in cui era finita, tanto che in molti in giro per la NBA erano ormai convinti che l’unica strada fosse quella di premere il bottone rosso e far saltare tutto il roster per aria, partendo dalla cessione della stella Trae Young. Qualcosa però è cambiato. All’inizio di maggio del 2024 è stato assunto come assistente General Manager Onsi Saleh, uno dei giovani dirigenti più quotati in giro per la lega. Canadese, 38 anni, dopo un quinquennio ai San Antonio Spurs e tre anni ai Golden State Warriors è stato preso inizialmente come braccio destro di Landry Fields, salvo poi prenderne il posto quando quest’ultimo è stato licenziato pochi mesi fa. Le tempistiche fanno pensare che ci sia lui dietro alle scelte più importanti degli ultimi 14 mesi per gli Hawks, anche perché sono andate in netta controtendenza rispetto al passato. Invece di muoversi pensando principalmente alla metà campo offensiva, da quando è arrivato Saleh gli Hawks hanno seguito una filosofia di costruzione del roster molto chiaro: circondare Trae Young del maggior numero di difensori atletici e versatili possibili. Lo hanno fatto innanzitutto scegliendo Zaccharie Risacher: in un Draft in cui non c’era una vera numero 1 come un anno prima o un anno dopo , gli Hawks hanno scelto quello che meglio si sposava con le caratteristiche del roster che avevano in mente, aggiungendo un giocatore capace di giocare entrambe le metà campo e di difendere di squadra. Il vero capolavoro è arrivato però poco più tardi quando nello scambio per Dejounte Murray sono riusciti a farsi dare Dyson Daniels dai New Orleans Pelicans. L’australiano, scelta numero 8 del Draft del 2022, nei suoi primi due anni in NBA non era riuscito a emergere, schiacciato in una rotazione delle ali fin troppo affollata in cui le sue difficoltà al tiro perimetrali erano esposte invece di essere nascoste. Ad Atlanta invece è esploso, vincendo il premio di Giocatore Più Migliorato e affermandosi come uno dei migliori difensori perimetrali della lega, viaggiando a una media di 3 recuperi a partita come non si vedeva dalla fine degli anni ’70. Fintanto che è rimasto in campo, Jalen Johnson ha poi confermato quanto di buono si era già visto l’anno precedente, sfiorando medie da 20+10+5 con difesa competente sui due lati del campo. La rottura del labbro glenoideo nella spalla sinistra lo ha costretto a mettere fine alla sua stagione dopo appena 36 partite, lasciando un vuoto nel quintetto dei quintetto degli Hawks a cui coach Snyder ha provato a far fronte schierando Mouhamed Gueye al fianco di Onyeka Okongwu e di Clint Capela, i due titolari nel ruolo di centro. L’idea è sempre la stessa: attorno a Young ci devono essere atleti lunghi e versatili, capaci di proteggere la stella della squadra in ogni situazione e di approfittare dei suoi assist. Con Johnson in squadra, si era poi iniziata a vedere una versione diversa dello stesso Young. Complice un inizio di stagione non esaltante al tiro, nei primi mesi di regular season abbiamo visto un Trae Young meno individualista e più interessato a mettere in ritmo i compagni , anche accettando di condividere le responsabilità con Johnson . Stiamo parlando di piccoli cambiamenti, ma che fino a quel momento non si erano mai davvero visti nella carriera di Young, sempre dominante col pallone tra le mani e decisamente poco disposto a condividere la palla, al netto di un quantitativo di assist che lo ha sempre posto tra i primi della classe. L’infortunio di Johnson si è rivelato troppo pesante da sopperire per il resto degli Hawks, facendo ricadere tutte le responsabilità creative sulle spalle di Young come accadeva in passato, finendo fuori al torneo play-in per mano dei Miami Heat. Allo scheletro di squadra già imbastito un anno fa, però, il neo GM Saleh ha continuato a mettere mano, inanellando un’altra serie di operazioni decisamente interessanti. In primo luogo ha preso Kristaps Porzingis dai Boston Celtics in uno scambio a tre all’interno del quale gli Hawks sono riusciti a liberarsi del contratto di Terance Mann , i cui 15.5 milioni all’anno fino al 2028 rischiavano di diventare una zavorra al salary cap negli anni a venire. Su Porzingis è ormai legittimo avere grossi dubbi sulla sua tenuta fisica ed è obbligatorio mettere in conto di doverlo centellinare nel corso della regular season, sia in termini di partite giocate che di minutaggio. Ma gli Hawks possono permetterselo avendo in squadra Okongwu, che senza più la concorrenza di Capela dovrebbe poter sopperire alle assenze prevedibili di Porzingis, rendendo il lettone un "lusso" più che un giocatore a cui essere legati per i destini della squadra. Atlanta ha poi realizzato il furto dell’anno nella notte del Draft. Partendo con la scelta numero 13, sono riusciti a farsi dare dai New Orleans Pelicans la numero 23 e soprattutto, per motivi ancora incomprensibili anche all’interno della NBA stessa, la scelta al primo giro non protetta più favorevole del prossimo anno tra quella dei Pelicans e dei Bucks. Una pick che rischia di avere un valore altissimo, visto che molto difficilmente New Orleans riuscirà a essere competitiva in una Western Conference affollatissima, e che Milwaukee è a un infortunio di Giannis Antetokounmpo di distanza dal finire fuori dalla zona playoff a Est. E il Draft del prossimo anno promette di essere molto talentuoso, specialmente nella top-5. Una volta cominciata la free agency, gli Hawks hanno poi aggiunto altri due giocatori di grande affidamento sul perimetro. Innanzitutto si sono assicurati uno dei free agent più interessanti di quest’anno, Nickeil Alexander-Walker, con un accordo da quattro anni a 62 milioni di dollari ; poi hanno preso anche uno dei migliori tiratori perimetrali della lega in Luke Kennard , con un contratto annuale da 11 milioni di dollari. Mancherebbe forse ancora qualcosa in termini di playmaking e di centimetri sotto canestro , ma per il resto c’è poco di cui lamentarsi. Gli Hawks sembrano aver appreso la "lezione" degli Indiana Pacers meglio di tante altre squadre: al netto delle differenti caratteristiche di Trae Young e Tyrese Haliburton, anche Atlanta come Indiana ha pensato il proprio roster attorno alla propria stella, cercando di circondarlo di giocatori che si adattino al suo stile di gioco nella miglior maniera possibile. Con Daniels nel ruolo di Andrew Nembhard , Risacher in quello di Aaron Nesmith , Johnson in quello di Pascal Siakam e Porzingis in quello di Myles Turner , a cui si aggiunge poi una panchina profonda con quantomeno Alexander-Walker, Kennard e Okongwu nelle mani di un allenatore capace come Quin Snyder. Gli ingredienti per una squadra più che interessante ci sono tutti, e in una Eastern Conference in cui gli infortuni di Haliburton e Tatum hanno colpito le ultime due squadre capace di vincerla, tantissime squadre possono pensare di avere una chance concreta. Chissà che gli Atlanta Hawks, dopo essere finiti in un limbo di mediocrità, non riescano a tornare alle finali di conference come accaduto quattro anni fa.

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