Giura di aver imparato "la cultura vincente" a Boston, e di volerla ora trasferire ai giovani Hawks. "Non sarò certo io a mettere limiti alle nostre ambizioni", dice il lèttone, che in coppia con Trae Young promette di rendere di nuovo Atlanta competitiva a Est
La sua undicesima stagione NBA (anche se quella 2018-19 l'ha saltata completamente) vedrà Kristaps Porzingis indossare una nuova maglia, quella degli Atlanta Hawks, la quinta diversa della sua carriera dopo quelle di Knicks, Mavs, Wizards e Celtics, con cui ha vinto il titolo NBA 2024. E il talento lèttone - dopo l'impegno agli Europei con la sua nazionale - è pronto a diventare la spalla preferita nei giochi a due di Trae Young: "Voglio portare in questa squadra la mia esperienza, il mio talento e aiutare i giovani a crescere. Questa è una squadra che più volte è stata vicina a fare grandi cose ma poi non è mai riuscita a compiere quell'ultimo passo. Ma la situazione è promettente, e questo può essere l'anno in cui saremo capaci di sorprendere tutti ed essere davvero una forza. Dove possiamo arrivare? Chi lo sa, di certo non voglio mettere un tetto alle nostre ambizioni", dice Porzingis. Che ha ben chiari i suoi punti di forza: "Negli ultimi tre anni sono stato uno dei giocatori più efficienti in post, per via dei mismatch che so creare [i suoi 1.19 punti ad azione sono stati il miglior dato NBA tra i giocatori col suo numero di possessi in post, ndr]. La mia presenza può aiutare le nostre spaziature offensive ma ovviamente anche la protezione al ferro, perché per me l’impatto difensivo è importante".
Unicorno: "Il soprannome me l'ha dato Durant"
La capacità di essere pericolosissimo da tre pur misurando 218 centimetri è ciò che gli è valso, al suo ingresso nella lega, il soprannome di "unicorno". "Me l'ha dato Kevin Durant - ricorda Porzingis - e all'inizio se devo essere sincero non mi piaceva. Poi l’ho apprezzato sempre di più, anche perché è stato un grande onore riceverlo da uno dei più forti di sempre, come KD”. Le percentuali da tre dell'ex Celtics, lo ricorda lui stesso, l'anno scorso sono state "le mie migliori di sempre [oltre il 41% su sei triple a sera, ndr]: e credo di essere anche stato o il primo o il secondo in tuta la lega per la distanza da cui ho preso queste triple", sottolinea. Un must, le triple, nei Celtics di coach Mazzulla, dove Porzingis afferma di avere imparato cosa vuol dire vincere: "A Boston la vittoria è qualcosa che ci si aspetta, e questa era una novità per me. Questo tipo di cultura vincente è qualcosa che aiuta la crescita di qualsiasi giocatore, ed è quello che voglio portare qui ad Atlanta", dice.