Nel giorno in cui ha ricevuto il via libera della staff medico degli Spurs per poter tornare in palestra per attività di 5-contro-5, il fenomeno francese ricorda anche i momenti più duri dei cinque mesi trascorsi lontano dal campo per via del coagulo di sangue alla spalla destra: "Ora non dovrebbe più riproporsi, ma tornare subito in campo [per gli Europei] sarebbe un rischio"
La bella notizia è quella che dà per prima: "Posso finalmente tornare ad allenarmi e a giocare a basket". Era cinque mesi che Victor Wembanyama - cui era stato diagnosticato un coagulo di sangue alla spalla destra - era costretto lontano dai campi, fermato dal potenziale pericolo di una trombosi. Ma ora il francese può mettersi alle spalle il momento più difficile: "Ho l'ok dello staff medico degli Spurs, finalmente posso tornare a giocare un po' a pallacanestro, cinque contro cinque: sto decisamente meglio, non solo fisicamente, ma anche mentalmente", ha dichiarato a "L'Equipe". E, ha aggiunto: "Si può dire che il rischio trombosi sia ufficialmente alle spalle, normalmente non si dovrebbe più ripresentare, anche se continuerò a fare lavoro specifico sulla spalla destra". Ma ora quello che gli preme di più è "riprendere le mie abitudini in campo: sono cinque mesi che non gioco, dovessi scendere in campo domani sarebbe un rischio". Per questo Wembanyama non farà parte della spedizione francese agli Europei: "Avrei tanto voluto che la mia riabilitazione fosse più rapida, in modo da esserci: ma senza certezze non posso partecipare agli Europei. La decisione è mia, ma è stata presa di concerto con gli staff medici della nazionale e degli Spurs", ha aggiunto.
La paura (irrazionale) di non poter più giocare
Ma nell'annunciare gioioso il suo ritorno in palestra, Wembanyama non ha nascosto neppure i momenti più spaventosi di quest'ultimo periodo: "Certo che ho temuto di non poter più giocare a pallacanestro", ha risposto a chi gli ha chiesto la sua paura più grande. "Forse si è trattato solo di un riflesso irrazionale, ma capita quando riguarda quello a cui tieni più di tutto. Un pensiero del genere però ti aiuta anche a crescere, ti cambia in meglio", ha assicurato il 21enne francese, dimostrando ancora una volta una maturità ben superiore alla sua età.