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NBA, Lillard saluta Giannis: "Non giocherò mai più con uno forte come lui"

NBA

Dopo essere stato tagliato dai Milwaukee Bucks, Damian Lillard ha rilasciato un’intervista con il giornale locale di Milwaukee per tracciare un bilancio dei suoi due anni in Wisconsin. Il numero 0 si è soffermato soprattuto sulla sua partnership con Giannis Antetokounmpo, che considera il miglior giocatore con cui ha giocato "e con ogni probabilità non giocherò più con uno forte come lui"

Damian Lillard e Giannis Antetokounmpo sarebbero dovuti diventare i nuovi "Big Two" della NBA, riportando i Milwaukee Bucks in vetta alla NBA dopo il titolo del 2021. Invece negli ultimi due anni sono successe molte cose, a partire da una lunga serie di infortuni che hanno impedito loro di giocarsela seriamente, soprattutto ai playoff: "La pallacanestro va così, ma non mi fa sentire incompleto" ha detto Lillard in una lunga intervista rilasciata a Jim Owczarski del Milwaukee Journal Sentinel. "Bisogna avere un po’ di fortuna per vincere tutto: bisogna essere in salute e bisogna giocare al meglio nel momento giusto. Noi invece abbiamo avuto sfortuna. Il mio primo anno non abbiamo avuto Giannis per tutto il primo turno, il secondo anno sono stato io a saltare la prima partita e poi mi sono rotto il tendine d’Achille in gara-4". La sua partnership con Antetokounmpo però, pur non sembrando mai totalmente ideale per entrambi i giocatori, a suo modo di vedere ha funzionato: "Siamo stati la coppia più prolifica della lega e abbiamo vinto la NBA Cup. Ovviamente non è come vincere il titolo, ma è un trofeo che tutti volevano e per il quale i giocatori si sono impegnati. Abbiamo vinto in finale contro OKC che ha poi vinto il Larry O’Brien Trophy. Abbiamo dimostrato che quando c’era qualcosa per cui giocare ed eravamo in salute, potevamo fare qualsiasi cosa. Ma non siamo mai stati in salute nel momento giusto".

Lillard: "Prima di me non c'era una point guard così prolifica"

Il suo ricordo di Giannis, comunque, è uscito rafforzato dal periodo passato insieme: "È stata una grande esperienza. È un lusso poter giocare con uno dei più grandi. Ogni sera sapevo che in qualsiasi partita e in qualsiasi condizione avremmo avuto un’opportunità di vincere perché c’eravamo noi due. Non sono sicuro che proverò più un’esperienza del genere, ma giocare con lui è stato davvero un piacere e un lusso. Ho apprezzato tantissimo il suo essere un ragazzo a cui importa davvero della squadra perché anche io sono fatto così". In chiusura, un pensiero finale su come verrà ricordato il suo biennio ai Bucks: "Credo che la gente lo rispetterà con il tempo. Prima che arrivassi io non c’era una point guard che produceva come l’ho fatto io, e da parte mia sono orgoglioso di essermi sempre presentato indipendentemente da quello che succedeva nella mia vita. Ho fatto tutto quello che dovevo fare, mi sono adattato, non mi sono mai tirato indietro. La produzione c’è stata, la salute no. Se i miei due anni a Milwaukee sono stati due anni ‘in calo’ [24.6 punti, 4.5 rimbalzi e 7 assist di media, ndr], allora questo dice molto di che giocatore sono stato".

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