Ospite del podcast di Shaquille O’Neal, l’ex proprietario dei Mavs Mark Cuban ha rivelato un retroscena di mercato clamoroso e rimasto finora segreto. Nel 2007 l’accordo per uno scambio che avrebbe portato a Dallas Kobe Bryant era stato di fatto raggiunto e la leggenda dei Lakers era pronta a iniziare una nuova avventura al fianco di Dirk Nowitzki. Solo l’intervento dell’allora General Manager Mitch Kupchak ha impedito che la trade andasse in porto
Pensare a Kobe Bryant con una maglia diversa da quella dei Lakers, perché la storia in NBA del cinque volte campione è legata ai colori gialloviola in maniera indissolubile. Eppure, attorno alla metà degli anni Duemila la carriera di Bryant avrebbe potuto prendere una strada molto diversa. E se fin qui erano note la sua volontà di voler lasciare Los Angeles dopo la delusione delle stagioni successive all’addio di Shaquille O’Neal e le trade possibili con Detroit e Chicago, ora emerge il fatto che la nuova destinazione di Kobe avrebbe potuto essere un’altra. E sullo sfondo si staglia il miraggio di una coppia da sogno con un’altra leggenda che con Bryant ha condiviso il ruolo di giocatore simbolo di una generazione.
Kobe a Dallas? La rivelazione di Mark Cuban
A rivelare il clamoroso retroscena di mercato è stato Mark Cuban, ex proprietario dei Mavs e ospite del podcast di Shaq. Cuban ha raccontato di come nel 2007 la trade che avrebbe portato Bryant ai Mavs era praticamente fatta, con Josh Howard, Jason Terry e delle prime scelte dirette ai Lakers. “Kobe aveva chiesto di andarsene, così io ne ho parlato con Jerry West ed eravamo di fatto d’accordo” ha sottolineato Cuban, “io avevo messo sul tavolo della trattativa tutto tranne Dirk Nowitzki, ed ero certo che sarebbe successo, tanto che ad un amico ho detto: sai che c’è? Kobe vestirà la maglia dei Mavs”. A mettersi in mezzo, stando a quanto raccontato da Cuban, sarebbe stato Mitch Kupchak, allora General Manager dei Lakers, che sarebbe riuscito anche a convincere Bryant a restare a Los Angeles. E, nelle parole dello stesso Cuban, “Il resto è storia”.