Infortunatosi negli ultimi minuti di gara-4 della serie di playoff poi persa dai suoi Celtics contro i Knicks, Jayson Tatum ha trascorso gli ultimi tre mesi affrontando la prima fase del lungo percorso di recupero dalla rottura del tendine d’Achille. E ora, tra l’inevitabile noia che deriva dalla scarsa libertà di movimento e dalla ripetitività degli esercizi fisici da eseguire, la stella di Boston, che ha appena tolto il tutore alla gamba destra, si dichiara ottimista
tifosi dei Celtics, resta quella del 12 maggio. Ovvero la data di gara-4 della serie di secondo turno dei playoff contro i Knicks, quando, appena entrati negli ultimi 3 minuti della partita, la stella di Boston si procurava un infortunio apparso subito grave e poco dopo confermato nella forma della rottura del tendine d’Achille della gamba destra. Nei tre mesi successivi Tatum ha affrontato la prima, dolorosa fase di un percorso di recupero che si preannuncia lungo e che prevedibilmente lo terrà lontano dai parquet per tutta la prossima stagione. Il giocatore, però, pur provato dalle difficili settimane appena trascorse, si dice ottimista e guarda avanti.
Tatum e un percorso da vivere giorno per giorno
“Il recupero dall’infortunio è una noia” ha confessato Tatum, “faccio le stesse cose ogni giorno per sei giorni alla settimana, ma almeno ora sono riuscito a togliere il tutore”. Alla buona notizia, poi, l’ex Duke ha aggiunto la convinzione di essersi messo alle spalle il periodo più difficile: “Le prime settimane dopo l’infortunio sono state probabilmente le più difficili della mia vita fin qui”. I miglioramenti mostrati già in queste settimane, però, paiono aver convinto Tatum di essere sulla strada giusta: “Devo solo essere resiliente, prendendo ciò che devo fare e ciò che mi succede giorno per giorno”. L’idea, o forse è meglio dire la speranza, è che il futuro porti a un riscatto non troppo lontano: “Mi aspettano giorni migliori, ho accettato ciò che mi è successo e sto facendo tutto ciò che è nelle mie possibilità per tornare il giocatore che ero prima dell’infortunio”.