La stagione che inizia tra poco più di un mese segnerà subito un nuovo record nella già strabiliante carriera di LeBron James, che diventerà il primo giocatore a disputare 23 stagioni nella storia della lega. E in una intervista concessa a ‘CBV Game’ durante il suo tour promozionale in Cina, la stella dei Lakers si è fermata a riflettere sui traguardi raggiunti fin qui e su quali motivazioni l’hanno spinto nel suo incredibile percorso iniziato nell’ormai lontano 2003
In fondo, alle soglie della stagione numero 23, altro record da aggiungere a una collezione personale senza eguali, è più che comprensibile prendersi un attimo per guardare indietro e riflettere sul percorso svolto fin qui. Lo ha fatto LeBron James durante il suo tour promozionale in Cina, di fronte alle telecamere di ‘CBV Game’, provando a riassumere il significato dei traguardi raggiunti in quella che è ormai una carriera senza mezzi termini leggendaria e, cosa ancora più interessante, riflettendo anche sulle motivazioni che l’hanno portato a tagliare quei traguardi così straordinari. “I 50.000 punti segnati tra regular season e playoff sono un microcosmo della mia carriera” ha dichiarato LeBron, “ho lavorato così tanto e così duramente per diventare il miglior giocatore possibile e, secondo me, quel traguardo significa proprio questo: il duro lavoro ripaga”.
LeBron, l’amore per il gioco e un’altra stagione da vivere intensamente
Prossimo a compiere 41 anni e ancora in uno stato di forma fisica che gli consente di competere ai massimi livelli con compagni e avversari molto più giovani, James ha poi speso qualche parola a proposito del segreto che si nasconde dietro alla sua longevità. “Non saprei, ma credo che sia la mia dedizione verso il gioco, ho ricevuto in dote un talento speciale, ma poi ho sempre continuato a lavorarci, senza mai cercare scorciatoie”. Infine, a LeBron è stato chiesto se quando ha fatto il suo ingresso nella lega ormai più di vent’anni fa avesse idea dei traguardi che avrebbe poi raggiunto: “Non posso dire che sapevo quanti titoli avrei vinto o quante convocazioni all’All-Star Game o medaglie olimpiche avrei avuto, ma di certo sapevo che sarei diventato il miglior giocatore di pallacanestro possibile per quanto concesso dai miei mezzi e dal mio talento”.