Il viaggio a Roma che ha cambiato la stagione di Cade Cunningham e Jalen Duren

La leggenda vuole che i Boston Celtics campioni del 2008, quelli dei Big Three Pierce, Allen e Garnett, abbiano messo le basi del loro successo conoscendosi meglio durante un viaggio a Roma durante la pre-season del 2007. A 18 anni di distanza da quel viaggio, un’altra “Vacanza Romana” potrebbe aver gettato le basi per una stagione che fino a questo momento nessuno si aspettava così vincente. Cade Cunningham e Jalen Duren si conoscevano da molto prima di diventare compagni di squadra ai Detroit Pistons nel 2022. In un lungo articolo su The Athletic, infatti, si racconta di come avessero rispettivamente 17 e 15 anni al loro primo incontro a Colorado Springs durante un campus organizzato da Team Usa. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato che nel giro di sei anni sarebbero diventati compagni in NBA e i due giocatori di riferimento di una squadra prima in classifica nella Eastern Conference, ma ci hanno messo del loro per fare in modo che accadesse — in campo e fuori. La scorsa estate, infatti, Cunningham e Duren hanno deciso di passare diverse settimane di vacanza insieme. Innanzitutto i due sono tornati dove tutto è cominciato, anche se stavolta in Colorado non ci sono andati per Team Usa ma per una vacanza in mezzo alla natura, facendo trekking, pesca e allenamento all’aria aperta. “Non avrei mai fatto una vacanza del genere, mi ha aperto gli occhi”, ha raccontato Duren. “Eravamo nelle foreste son una sola tv nella stanza comune, insetti dappertutto, materassi piccolissimi. Ma con Cade si impara sempre qualcosa di nuovo: è appassionato di tante cose al di là della pallacanestro e io lo seguo a ruota. È un tipo decisamente intellettuale”. La vacanza in Colorado ha messo poi le basi per la decisione di andare a Roma insieme un mese dopo, questa volta per un viaggio decisamente più “turistico” rispetto a quello nelle foreste. Nelle due settimane passate nella capitale i due hanno fatto tutto ciò che fanno i turisti: visitare il Colosseo, Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi e tutte le tappe “obbligatorie” per un viaggio a Roma che si rispetti, oltre all’immancabile shopping, ma senza dimenticare di allenarsi. Pur dovendo fare i conti con un contrattempo , i due si sono allenati alla Basketball Academy della Stella Ebk, dove i ragazzini impegnati in un camp estivo non potevano credere ai loro occhi di avere davanti due giocatori NBA. Prendendo ispirazione dalle estati in cui Tom Brady e Julian Adelman affinavano la loro connessione per arrivare al meglio delle loro possibilità una volta in campo, anche Cunningham e Duren hanno utilizzato il tempo insieme in palestra per diventare ancora più difficili da difendere. “È stato tutto molto naturale”, ha detto Duren. “Abbiamo visto il mondo insieme, ci siamo fatti nuove esperienze, creato ricordi e costruito chimica e cameratismo. Una volta tornati a Detroit diventa tutto più semplice anche in campo. Sappiamo come parlarci in momenti di alta pressione in campo: so che lui mi dirà qualcosa se sbaglio e so di poter fare lo stesso con lui”. La combinazione nel pick and roll tra Cunningham e Duren era già ampiamente utilizzata lo scorso anno nel playbook dei Pistons, ma quest’anno sta andando ancora meglio. Solamente Shai Gilgeous-Alexander e Donovan Mitchell hanno prodotto più punti da situazioni di pick and roll rispetto a Cunningham, mentre tra i lunghi che “rollano” a canestro solo Deandre Ayton e Nikola Vucevic stanno sopra a Duren. Le letture di Duren nelle situazioni di “short roll” sono migliorate esponenzialmente. Il risultato è che, pur avendo delle spaziature piuttosto sospette, i Pistons hanno un attacco da top-10 NBA grazie a due aspetti nei quali Cunningham e Duren eccellono: guadagnarsi tiri liberi e andare forte a rimbalzo offensivo. Cunningham si guadagna quasi 8 tiri liberi a partita e li converte con l’84%, mentre Duren è quarto in tutta la NBA per rimbalzi offensivi catturati, a oltre 4 di media a partita. Sembrano dati banali, quasi “vecchi” in quanto a semplicità, ma sono lo specchio della fisicità soverchiante che i Pistons riescono a mettere in campo ogni sera: attorno a loro due infatti ci sono giocatori come Ausar Thompson, Tobias Harris e Isaiah Stewart che hanno pressoché sempre un vantaggio atletico nei confronti dei loro pari-ruolo, permettendo anche la presenza di un tiratore puro come Duncan Robinson per allargare le difese. Il risultato è che i Pistons hanno la terza miglior difesa della lega, concedono le terze percentuali più basse della NBA e sono terzi per palle perse forzate. Il contrappasso è che commettono più falli di qualsiasi altra squadra, ma è un compromesso che coach JB Bickerstaff è ben contento di accettare fintanto che il rendimento generale della squadra rimane così alto. Dopo le 13 vittorie consecutive accumulate nel mese di novembre , i Pistons si sono mantenuti comunque su ottimi livelli di rendimento e hanno difeso la loro prima posizione, mantenendo due gare di vantaggio su New York, seconda, e quattro su Boston, quarta . Alla base di tutto però ci sono sempre loro due, Cunningham e Duren, di gran lunga i due miglior realizzatori di squadra e, continuando di questo passo, destinati a essere convocati entrambi per il prossimo All-Star Game. Un traguardo previsto per Cunningham ma non così prevedibile per Duren, che sta sfruttando al meglio una stagione che lo porterà al suo primo contratto “pesante” nell’estate del 2026. Davanti ai risultati di questi due insieme, sarebbe un delitto spezzare la loro amicizia in campo e fuori — anche per non interrompere la loro tradizione di girare il mondo insieme durante l’estate.

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Il viaggio a Roma che ha cambiato la stagione di Cade Cunningham e Jalen Duren

Dario Vismara