I San Antonio Spurs sono molto più avanti di quanto in molti pensavano

I San Antonio Spurs hanno sconfitto per tre volte nel giro di un paio di settimane gli Oklahoma City Thunder, la squadra che sembrava imbattibile e pronta a ripetere il titolo della scorsa stagione. Gli Spurs sono la squadra del momento in NBA, non può essere altrimenti, a maggior ragione con il rientro ormai a pieno regime di un talento generazionale come Wembanyama. San Antonio si sta dimostrando molto più avanti nel suo percorso di quanto si potesse pensare, e non solo grazie al fenomeno francese: Stephon Castle e Dylan Harper, per fare un esempio, rispettivamente al secondo e primo anno nella lega, sono giocatori più maturi di quanto non dica la loro carta d’identità e già d’impatto ad alto livello. È solo fine dicembre, le partite giocate sono poco più di 30 ed è molto presto per dire che gli Spurs siano la ‘kryptonite’ di Oklahoma City, nonostante le vittorie in sequenza . Se i Thunder sono ancora difensivamente inarrivabili, nelle tre sfide si ha avuto la sensazione che San Antonio, oltre a una buona profondità della panchina, abbia maggiore variabilità nel suo gioco d’attacco: perché Wembanyama in campo può fare quasi tutto, Castle è già oggi un ottimo giocatore di pick & roll, Harper sembra un veterano nonostante sia al primo anno, Kornet è un ottimo gregario e Barnes ha esperienza di titolo. Coach Mitch Johnson sta facendo funzionare le cose molto bene all’interno dello spogliatoio: nonostante la giovane età sembra un allenatore di personalità, bravo a sfruttare la figura di Gregg Popovich per avere un impatto sui suoi giocatori, che sanno cosa significa la cultura dei San Antonio Spurs e di conseguenza sono più ‘facili’ da allenare. Certo è che Popovich prima di abdicare aveva detto a Johnson di essere sé stesso: una bella iniezione di fiducia nel nuovo allenatore, che ha la libertà per esprimere le sue idee di basket. Con buoni risultati, perché il gioco di San Antonio è anche divertente da vedere. Non una cosa da poco. In ottica 2026 hanno una situazione invidiabile, sia di scelte al draft sia di spazio salariale, con quasi 40 milioni da reinvestire grazie alle scadenze dei contratti di Harrison Barnes, Kelly Olynyk e Jemery Sochan. Per non parlare di Devin Vassell e De’Aron Fox, proprietari di contratti da 27 e 35 milioni che potrebbero essere spostati da qui alla trade deadline. La questione è: per gli Spurs ha senso fare qualche mossa per tentare di vincere già in questa stagione? Si parla tanto della possibilità di scambiare per Giannis Antetokounmpo, che richiederebbe di muovere almeno uno tra Castle e Harper, compromettendo il nucleo giovane della squadra per un fuoriclasse di 31 anni che ti obbligherebbe già da questa stagione a battere una tra Denver e Oklahoma City. Basterebbe? Forse per quella che è la cultura Spurs converrebbe aspettare, giocarsi questi playoff e vedere cosa può succedere nel 2026/2027, raccogliendo i primi frutti dell’immenso potenziale a disposizione di questo gruppo. Credo che in Texas non debbano ancora farsi venire l’acquolina in bocca. A inizio stagione un buon obiettivo sarebbe stato giocarsi un primo turno dei playoff. Non credo che oggi, nonostante la classifica dica altro, la missione debba essere diversa. Perché non c’è fretta, e in questo San Antonio è una franchigia che storicamente sa aspettare e sviluppare i giocatori. E perché un ipotetico primo turno contro una squadra come i Rockets o i Nuggets sarebbe un test difficile per un roster che, tranne in pochi elementi, non ha esperienza di basket da playoff, un momento della stagione in cui l’abitudine a quel tipo di palcoscenico fa tutta la differenza del mondo. Sarebbero pronti per una serie su sette partite? Con o senza Antetokounmpo, su cui riservo qualche dubbio a livello di alchimia di squadra, vista la sua tendenza a tenere palla in mano, così come fanno anche Castle e Harper. Ma questo è fantabasket. L’ambiente Spurs deve portare pazienza ancora per un po’, aspettare e poi valutare, muovendo un pezzo alla volta per creare la squadra perfetta, come insegnano le vittorie recenti di Denver e di Oklahoma City: con tutto questo talento, già molto più avanti nel suo processo di quanto ci si potesse immaginare, è solo il primo anno di un grandioso futuro.

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I San Antonio Spurs sono molto più avanti di quanto in molti pensavano

Matteo Soragna