
NBA, dal 77 di Doncic all'8 di Gallinari: i numeri di maglia e il loro perché
Chi lo ha scelto basandosi su date significative, chi per scaramanzia e chi per omaggiare campioni del passato: Ma ci sono anche due giocatori - entrambi europei - che lo hanno fatto sull'onda lunga del Dream Team USA ora a Barcellona 1992

Chi lo ha scelto basandosi su date significative, chi per scaramanzia, chi per caso e chi ancora per "colpa" del Dream Team USA a Barcellona 1992. Scopriamo cosa si nasconde dietro i numeri di maglia di tanti giocatori NBA

5 | NICOLAS BATUM (Charlotte Hornets) – “L’ho scelto fin da ragazzino in onore di mia madre, nata il 5/5: è sempre stato il suo numero preferito”.

6 | DEANDRE JORDAN (New York Knicks) — “Per Bill Russell e Julius Erving”.

8 | SPENCER DINWIDDIE (Brooklyn Nets) – “L’8 dicembre è il compleanno di mia nonna, ormai scomparsa, e anche di mio fratello minore, Taylor. Il primo contratto pluriennale con i Nets, poi, l’ho firmato proprio l’8 dicembre 2016”

8 | DANILO GALLINARI (L.A. Clippers) – “Perché sono nato l’8/8/88: scelta quasi obbligata”.

9 | TONY PARKER (Charlotte Hornets) – “Mi piaceva fin da bambino e poi nel Dream Team di Barcellona era il numero di Michael Jordan”.

11 | MIKE CONLEY JR. (Memphis Grizzlies) – “Sono nato l’11 ottobre e poi l’11 era il numero di Isiah Thomas, il mio giocatore preferito”.

12 | LUC MBAH A MOUTÉ (L.A. Clippers) – “Ho iniziato a indossare il 12 perché era il numero di un giocatore molto forte in Camerun: si chiamava Figo, abitava vicino a me, era uno dei più forti giocatori del Paese, al tempo. Poi il 12 ha a che vedere con la mia fede: sono cristiano, e 12 sono i discepoli. È un numero che ha molti significati: ci sono 12 mesi in un anno, 12 segni zodiacali, 12 sono le ore sul quadrante di un orologio. Rappresenta anche equilibrio e calma: fa proprio al caso mio”.

13 | JAREN JACKSON JR. (Memphis Grizzlies) – “Dicono tutti che porta sfortuna: volevo andare controcorrente”.

13 | SHABAZZ NAPIER (Brooklyn Nets) – “È il numero di mia madre, nata il 13 maggio. Poi quando metti vicino 1 e 3 formano una B, l’iniziale di Boston, la città da cui vengo”.

13 | JALEN BRUNSON (Dallas Mavericks) — “Perché il mio giocatore preferito — quello che mi ha fatto innamorare di questo sport — era Steve Nash, un campione che ho sempre ammirato”.

15 | VINCE CARTER (Atlanta Hawks) – “Il primo anno che ho iniziato a giocare era l’unico numero disponibile. Avrei voluto il 23, il 6 o il 12, credo – ma non potevo averli. Poi mia madre mi ha detto di scegliere un numero indossato da pochissimi giocatori e renderlo popolare e famoso: il 15 era perfetto”.

15 | KEMBA WALKER (Charlotte Hornets) – “Sono un grandissimo tifosi di Carmelo Anthony fin dai suoi giorni a Syracuse University: è lui il motivo per cui indosso il 15”.

20 | JOHN COLLINS (Atlanta Hawks) – “Lo voleva a tutti i costi mia madre, per onorare mio nonno, suo padre, che era nato il 20 del mese. Io non ne volevo sapere, ma poi qui ad Atlanta anche Jeff Teague – come me un prodotto da Wake Forest – aveva indossato il 20 e allora ho pensato di prenderlo anch’io”.

21 | PATRICK BEVERLEY (L.A. Clippers) – “Vengo da Chicago, come Kevin Garnett: il 21 è in suo onore”.

22 | CARIS LEVERT (Brooklyn Nets) – “L’ho scelto per onorare mio padre, perché quando giocava il 22 era il suo numero: è lui che mi ha insegnato a giocare a basket [Caris e suo fratello Darryl lo hanno trovato morto nel salotto di casa il giorno di Pasqua, vittima di un infarto, ndr]”.

23 | WESLEY MATTHEWS (Indiana Pacers) — “Per Michael Jordan”.

24 | KENT BAZEMORE (Atlanta Hawks) – “Da ragazzino, quando ho iniziato a giocare, il primo anno avevo il 2 e il secondo il 4. Dall’anno dopo ho scelto di unirli, prendendo il 24. Da allora ho cercato di mantenerlo sempre: a Golden State [dove è ritirato per Rick Barry, ndr] e ai Lakers [per Kobe Bryant, ndr] non ho potuto, ma ad Atlanta dovevo averlo, per mille significati diversi: io e mia madre siamo nati a 24 anni di distanza, ci sono 24 ore in un giorno e 24 secondi sul cronometro offensivo…”.

33 | MARC GASOL (Toronto Raptors) – “Larry Bird era il mio giocatore preferito, per la sua intelligenza, per tutto quello che riusciva a fare pur essendo lento”.

34 | DEVIN HARRIS (Dallas Mavericks) — “Sono cresciuto a Milwaukee e il mio giocatore preferito era Ray Allen, che ai Bucks indossava il n°34. Poi quando sono arrivato nella lega, il primo veterano che mi ha preso sotto la sua ala protettrice è stato Tony Smith, che anche lui aveva il 34: in parte è anche un tributo in suo onore”.

40 | HARRISON BARNES (Sacramento Kings) — “Al liceo, al primo anno, ho dovuto prendere l’unico numero rimasto disponibile: era il 40 perché in passato era appartenuto a tale Austen Arnaud, che poi ha finito per giocare a football a Iowa State ma all’high school era stato il miglior giocatore di basket e quindi nessuno voleva la responsabilità di vestire il suo numero. ‘Lo prendo io e diventerò il giocatore più forte della squadra’, dissi: è andata bene”.

41 | DIRK NOWITZKI (Dallas Mavericks) — “Adoravo Charles Barkley e quando ha giocato con il Dream Team indossava il 14. Così è diventato il mio numero ma quando sono arrivato nella NBA a Dallas il 14 era di Robert Pack, che non aveva intenzione di cederlo a un rookie tedesco. Allora ho invertito le due cifre”.

44 | FRANK KAMINSKY (Charlotte Hornets) – “L’ho scelto in parte perché il mio compleanno è il 4/4 e in parte perché il 4 era anche il numero di J.J. Redick al college, a Duke, e al tempo amavo i Blue Devils”.

55 | JOAKIM NOAH (Memphis Grizzlies) – “È un numero storico per i lunghi nella NBA, basti pensare a Dikembe Mutombo. E poi all’altezza della 55^ Strada a New York c’è il mio quartiere, Hell’s Kitchen”.

77 | LUKA DONCIC (Dallas Mavericks) — “Il mio numero preferito è il 7, ma era già occupato [lo indossa Dwight Powell, ndr]: così ho raddoppiato e ho scelto il 77”.