Oro al Dream Team, ma la Spagna è gigantesca

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Nel basket la finale per l'oro è al cardiopalma: vincono gli Usa ma gli spagnoli non mollano mai. Finisce 118-107

Missione compiuta: oro doveva essere, oro è stato. Gli Stati Uniti si riprendono il trono olimpico del basket e completano il percorso di redenzione cominciato dopo i flop di Atene 2004 e dei Mondiali di Giappone 2006. L'onta dei due bronzi viene lavata dal gruppo di stelle assemblato da Mike Krzyzewski. Gli Usa battono la Spagna 108-107 in una finale pirotecnica e salgono sul gradino più alto del podio. L'onore è salvo, anche se il 'redeem team' centra l'obiettivo con qualche brivido. LeBron James (14 punti), Kobe Bryant (20 punti) e Dwyane Wade (27 punti) sono arrivati a Pechino per vincere e lo hanno fatto. La Spagna, però, esce dal campo a testa altissima. Senza il play José Calderon, i campioni del mondo restano in partita per 40', giocano alla pari contro il meglio del campionato NBA e dimostrano, una volta ancora, che tra le due sponde dell'Oceano Atlantico non c'e' un gap abissale.

La finale è una partita vera e già questa è una sorpresa, considerata la lezione che gli Usa hanno impartito agli avversari nel confronto diretto del 16 agosto (119-82). Rispetto alla sfida di 6 giorni fa, però, è cambiato tutto. Gli Stati Uniti dovrebbero giocare con il coltello tra i denti e invece 'si dimenticano' di difendere. Il primo tempo della gara somiglia più ad un All Star Game della NBA che ad un duello per l'oro. Gli attacchi fanno il proprio comodo e si spiegano così i 140 punti complessivi che il tabellone registra a metà gara. Gli Usa vanno al riposo 69-61 dopo 20' dominati dagli attacchi. La Spagna accetta la sfida a ritmi altissimi e regge. Anzi, i campioni del mondo riescono anche a mettere il naso avanti (22-17) nella prima frazione. Si procede a strappi ed è la fiammata di Dwyane Wade a firmare il primo allungo a stelle e strisce. La formazione di Mikw Krzyzewski va al primo riposo sul +7 (38-31) e scappano poi fino al +13 (46-33).

Per gestire il vantaggio, però, servirebbe il contributo della difesa. E invece la Spagna, nonostante l'assenza del play José Calderon, fa quello che vuole nella metà campo avversaria. Rudy Fernandez colpisce dalla distanza, Juan Carlos Navarro (18 punti alla fine) gestisce possessi di qualità e la palla arriva con regolarita' ai lunghi: Pau Gasol (21 punti), Marc Gasol (11 punti) e Felipe Reyes (10 punti) puniscono sistematicamente la pigrizia difensiva delle stelle NBA. Il tiro a bersaglio prosegue, entrambe le squadre viaggiano con percentuali altissime: si spiega cosi' il 69-61 che suggella la prima metà del match. Gli iberici negano spazio al mortifero contropiede avversario.

Contro la retroguardia avversaria già schierata vanno a sbattere a ripetizione Bryant e James e dopo 30' di basket il risultato è ancora in bilico: 91-82. Il meglio, però, deve ancora arrivare. Gli Stati Uniti continuano ad affidarsi a scriteriate soluzioni isolate, la Spagna continua a giocare come una squadra. Le furie rosse innescano a ripetizione Gasol senior, creano spazio per le mani di Fernandez e piazzano un 7-0 che riapre completamente la finale a 8' dalla sirena (91-89). I campioni del mondo non crollano nemmeno quando Bryant confeziona uno strepitoso gioco da 3 punti (108-101). Ci vuole un altro missile di Wade, a 2'02" dallo scadere, per far calare il sipario. La Spagna, senza Fernandez (22 punti e 5/9 da 3) uscito per falli, non ha piu' le armi per lottare. Gli Usa fanno festa: l'onore è salvo, missione compiuta.