Brunetta propone Roma-Venezia 2020. Ma il Coni non ci sta
OlimpiadiIl ministro della Pubblica amministrazione lancia la candidatura unica per le Olimpiadi successive a quelle di Rio: "Giochiamo sul tavolo una coppia di assi". Il Coni: no, solo una città può essere la sede. GUARDA LE FOTO. VAI ALLO SPECIALE OLIMPIADI
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Roma-Venezia 2020. E' la candidatura unica che lancia il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, per le Olimpiadi 2020. "Che noia! Basta guerre di campanile: è l'Italia che si candida. Spalmiamo l'Olimpiade - afferma dalla prima pagina del Corriere della Sera - sull'intero Paese, individuandone il centro nei luoghi più belli e famosi al mondo. Chiamiamola Roma-Venezia 2020, Italia 2020, non è importante. Quel che conta - aggiunge - è la sostanza. Sparigliamo. Giochiamo sul tavolo una coppia di assi". Per il ministro si potrebbe cioè prevedere l'altetica nella capitale e gli sport d'acqua in laguna.
Il regolamento Cio? Aggirabile - "Viviamo il tempo della globalizzazione - insiste Brunetta - e ci perdiamo in questioni tipo Cupolone contro San Marco. Peraltro la stessa disfida già scoppiata a proposito del cinema: quando si è visto che la Mostra di Venezia e la Festa di Roma convivono senza problemi". E invece, "spalmiamo l'Olimpiade sull'intero Paese, individuandone il centro - insiste Brunetta - nei due luoghi piu' belli e famosi al mondo. E saremo in grado di incantare tutti, come fece nel 1960 l'Italia del miracolo". Lo impedisce il regolamento del Cio? Il ministro non si spaventa: "Il punto non è rispettare alla lettera le norme del Cio; se c'è la volontà politica, e se ci sono i soldi, una soluzione la si può trovare".
"Non mancano precedenti" - Secondo Brunetta, peraltro, non mancano precedenti: "Le grandi manifestazioni sportive - osserva - hanno ormai assunto dimensioni abnormi. Al gigantismo si può rispondere in due modi: con la centralizzazione imperiale, come Pechino; o con il multicentrismo. L'Italia già ora è un'unica, grande città. Un solo sistema- Paese: la megalopoli Italia". Ecco, "lo dico da eneziano: vinca l'Italia", giocando sul tavolo "una coppia d'assi - dice il ministro - come quella composta da due città uniche per storia, fascino, capacità di attrazione. Due città separate appena da 500 chilometri, che significa mezz'ora di aereo e, con le ferrovie del 2020, due ore o poco più di treno". Ad esempio, spiega Brunetta, "si potrebbe portare l'atletica a Roma, gli sport d'acqua, dal nuoto al canottaggio, a Venezia, con cerimonia d'apertura al Colosseo e chiusura in Laguna, e il calcio in tutta Italia".
Ma il Coni precisa... - Un richiamo e un chiarimento: si rispetti la carta olimpica, cerimonia d'apertura e di chiusura devono svolgersi in una sola città. Dopo le polemiche di questi giorni sulle sedi candidate a rappresentare l'Italia nella corsa alle Olimpiadi del 2020, il Coni ha voluto puntualizzare la propria posizione con un comunicato: "L'unico punto di riferimento per ogni iniziativa è solo ed esclusivamente la Carta Olimpica". Nel caso di più sedi dello stesso Paese interessate "solo una potrà essere proposta", così come "la
cerimonia di apertura e di chiusura devono svolgersi nella città alla quale sono stati assegnati i Giochi".
Cinque punti irrinunciabili - Il Coni "nel rispetto delle idee di tutti e delle città che hanno manifestato l'intenzione di avanzare candidature" sottolinea in cinque punti i principi basilari a cui attenersi. In primo luogo l'art. 34 comma 1.1 in cui si dice che la candidatura di una città per ospitare i Giochi Olimpici deve essere approvata dal Comitato Olimpico Nazionale del rispettivo Paese e solo in quel caso tale città è considerata candidata. Poi (comma 1.3) "nel caso in cui ci siano potenziali città candidate nello stesso Paese agli stessi Giochi, solo una potrà essere proposta, così come deciso dal rispettivo Comitato Olimpico Nazionale competente". Terzo punto: "Dal momento in cui viene sottoposta al Cio una Città candidata, il Comitato Olimpico Nazionale dovrà supervisionare e sarà, congiuntamente alla città, responsabile di tutte le azioni e della condotta da parte della città candidata". "La Cerimonia di apertura e di chiusura - prosegue - devono svolgersi nella città alla quale sono stati assegnati i Giochi". Infine (art 36) "l'organizzazione è affidata dal Cio al Comitato Olimpico Nazionale e alla città assegnataria. A tal proposito, il Comitato Olimpico Nazionale è responsabile della costituzione del Comitato Organizzatore che, dal momento in cui è costituito, riporta direttamente al comitato Esecutivo del Cio". Princìpi basilari e "ineludibili" alla luce dei quali il Coni "ribadisce che potrà prendere in esame solo ed esclusivamente iniziative che siano in linea con la Carta Olimpica e che abbiano i requisiti necessari per assicurare all'Italia una candidatura concreta e credibile".
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Roma-Venezia 2020. E' la candidatura unica che lancia il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, per le Olimpiadi 2020. "Che noia! Basta guerre di campanile: è l'Italia che si candida. Spalmiamo l'Olimpiade - afferma dalla prima pagina del Corriere della Sera - sull'intero Paese, individuandone il centro nei luoghi più belli e famosi al mondo. Chiamiamola Roma-Venezia 2020, Italia 2020, non è importante. Quel che conta - aggiunge - è la sostanza. Sparigliamo. Giochiamo sul tavolo una coppia di assi". Per il ministro si potrebbe cioè prevedere l'altetica nella capitale e gli sport d'acqua in laguna.
Il regolamento Cio? Aggirabile - "Viviamo il tempo della globalizzazione - insiste Brunetta - e ci perdiamo in questioni tipo Cupolone contro San Marco. Peraltro la stessa disfida già scoppiata a proposito del cinema: quando si è visto che la Mostra di Venezia e la Festa di Roma convivono senza problemi". E invece, "spalmiamo l'Olimpiade sull'intero Paese, individuandone il centro - insiste Brunetta - nei due luoghi piu' belli e famosi al mondo. E saremo in grado di incantare tutti, come fece nel 1960 l'Italia del miracolo". Lo impedisce il regolamento del Cio? Il ministro non si spaventa: "Il punto non è rispettare alla lettera le norme del Cio; se c'è la volontà politica, e se ci sono i soldi, una soluzione la si può trovare".
"Non mancano precedenti" - Secondo Brunetta, peraltro, non mancano precedenti: "Le grandi manifestazioni sportive - osserva - hanno ormai assunto dimensioni abnormi. Al gigantismo si può rispondere in due modi: con la centralizzazione imperiale, come Pechino; o con il multicentrismo. L'Italia già ora è un'unica, grande città. Un solo sistema- Paese: la megalopoli Italia". Ecco, "lo dico da eneziano: vinca l'Italia", giocando sul tavolo "una coppia d'assi - dice il ministro - come quella composta da due città uniche per storia, fascino, capacità di attrazione. Due città separate appena da 500 chilometri, che significa mezz'ora di aereo e, con le ferrovie del 2020, due ore o poco più di treno". Ad esempio, spiega Brunetta, "si potrebbe portare l'atletica a Roma, gli sport d'acqua, dal nuoto al canottaggio, a Venezia, con cerimonia d'apertura al Colosseo e chiusura in Laguna, e il calcio in tutta Italia".
Ma il Coni precisa... - Un richiamo e un chiarimento: si rispetti la carta olimpica, cerimonia d'apertura e di chiusura devono svolgersi in una sola città. Dopo le polemiche di questi giorni sulle sedi candidate a rappresentare l'Italia nella corsa alle Olimpiadi del 2020, il Coni ha voluto puntualizzare la propria posizione con un comunicato: "L'unico punto di riferimento per ogni iniziativa è solo ed esclusivamente la Carta Olimpica". Nel caso di più sedi dello stesso Paese interessate "solo una potrà essere proposta", così come "la
cerimonia di apertura e di chiusura devono svolgersi nella città alla quale sono stati assegnati i Giochi".
Cinque punti irrinunciabili - Il Coni "nel rispetto delle idee di tutti e delle città che hanno manifestato l'intenzione di avanzare candidature" sottolinea in cinque punti i principi basilari a cui attenersi. In primo luogo l'art. 34 comma 1.1 in cui si dice che la candidatura di una città per ospitare i Giochi Olimpici deve essere approvata dal Comitato Olimpico Nazionale del rispettivo Paese e solo in quel caso tale città è considerata candidata. Poi (comma 1.3) "nel caso in cui ci siano potenziali città candidate nello stesso Paese agli stessi Giochi, solo una potrà essere proposta, così come deciso dal rispettivo Comitato Olimpico Nazionale competente". Terzo punto: "Dal momento in cui viene sottoposta al Cio una Città candidata, il Comitato Olimpico Nazionale dovrà supervisionare e sarà, congiuntamente alla città, responsabile di tutte le azioni e della condotta da parte della città candidata". "La Cerimonia di apertura e di chiusura - prosegue - devono svolgersi nella città alla quale sono stati assegnati i Giochi". Infine (art 36) "l'organizzazione è affidata dal Cio al Comitato Olimpico Nazionale e alla città assegnataria. A tal proposito, il Comitato Olimpico Nazionale è responsabile della costituzione del Comitato Organizzatore che, dal momento in cui è costituito, riporta direttamente al comitato Esecutivo del Cio". Princìpi basilari e "ineludibili" alla luce dei quali il Coni "ribadisce che potrà prendere in esame solo ed esclusivamente iniziative che siano in linea con la Carta Olimpica e che abbiano i requisiti necessari per assicurare all'Italia una candidatura concreta e credibile".