Show pronto a Vancouver, tra Giubbe Rosse e ospiti Vip

Olimpiadi
Il Richmond Olympic Oval si prepara a ospitare le manifestazioni sul ghiaccio
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A meno di sorprese dell'ultim'ora, non ci sarà Obama ma sua moglie sì e anche Putin. La kermesse di venerdì notte (in diretta su SKY Sport) promette grande spettacolo. Conto alla rovescia, ecco cosa bisogna sapere. LA GALLERY E LO SPECIALE OLIMPIADI

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Per fortuna c'è l'Islanda, e magari qualche altra isoletta come le Vergini. Altrimenti i responsabili del cerimoniale del Cio sarebbero stati costretti a salti degni degli acrobati dello snowboard per evitare l'incidente diplomatico o la strumentalizzazione.

Iran, Israel, Italy: metterle in sequenza alfabetica venerdì nella sfilata alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Vancouver poteva sembrare una provocazione, sebbene non voluta. E così al Comitato organizzatore, in molti a lambiccarsi: e se facessimo Repubblica islamica dell'Iran? D'altra parte al Cio sono abituati, la cerimonia di apertura dei Giochi è non solo incontro di atleti e messaggio di pace al mondo, ma anche esercizio di diplomazia e passerella di politici.

A proposito: a meno di sorprese dell'ultim'ora, a Vancouver non ci sarà la medaglia d'oro dei potenti, Barack Obama, uno che può permettersi di non dimenticare lo schiaffo preso dal Cio quando candidò Chicago ai Giochi 2016. Ma un uomo da podio come Vladimir Putin sarà invece sulle tribune del B.C. Place: il primo ministro russo del resto è stato il grande sponsor dell'assegnazione a Sochi dei prossimi Giochi invernali e qui non può mancare.

Invece Nicolas Sarkozy tentenna: la British Columbia non è il francofono Quebec. Il presidente francese potrebbe ancora decidere di presentarsi sulle tribune del palasport di Vancouver: nel caso, però, al suo fianco non ci sarebbe la moglie Carla, che, ancora solo Bruni, sfilò nell'ovale ghiacciato torinese quattro anni fa durante la cerimonia dei Giochi di casa. Per una premiere dame che diserta, c'è una first lady data dagli specialisti di gossip canadese tra i presenti: è Michelle Obama. La signora, con vero spirito olimpico, è pronta a dimenticare la sconfitta subita da Chicago e il trionfo di Rio per il 2016, sanciti dal vertice Cio dell'ottobre scorso a Copenaghen: a Vancouver però, se verrà, sarà solo di passaggio, facendo base a Seattle.

Per l'Italia ci sarà invece il sottosegretario con delega allo Sport, Rocco Crimi, che farà la staffetta con il ministro degli Esteri Franco Frattini, atteso per la cerimonia di chiusura. Sul piano dello spettacolo, la cerimonia, come ormai di consueto nelle ultime edizioni, sarà un vero e proprio kolossal: tre ore di musica e scenografie imponenti, in cui il motivo conduttore sarà l'orgoglio nazionale.

Dalle Giubbe Rosse agli Inuit, Vancouver 2010 non trascura nulla: e proprio l'integrazione con gli aborigeni sarà uno degli elementi chiave della kermesse. Certe molte presenze eccellenti nella staffetta con la fiaccola delle prossime ore (Michael Bublé, Arnold Schwarzenegger, e in chiave italiana una comparsata di 300 metri se l'è regalata anche il vicepresidente del Cio, Mario Pescante), l'attesa è per la scelta dell'ultimo tedoforo: a Vancouver impazzano i sondaggi, che vedono in vantaggio su tutti Waine Gretzky, la leggenda vivente dell'hockey, The great one come lo chiamano qui. Insomma il Pelé del ghiaccio, il Muhammad Alì del dischetto. Qualche chance anche per Gaetan Boucher,  canadese reso celebre dallo short track ma senza il fascino di un uomo nel quale si identifica una nazione dalle tante anime.