Doping, la farmacia proibita: quanti danni da queste "bombe"
OlimpiadiLA SCHEDA. Il caso del marciatore Alex Schwazer è un nuovo duro colpo al mondo dello sport pulito. Ecco le sostanze "maledette" e come agiscono sul fisico. Conseguenze psicologiche e buoni motivi per non ricorrere a queste pratiche
di ALFREDO ALBERICO
Migliorare le prestazioni sportive, ridurre la fatica e i tempi di recupero. Questo è il doping, pratica in passato definita oscura e che invece oggi, con impressionante frequenza nello sport, fa leva su tecniche molto avanzate. Se ne parlava già al tempo deli antichi Greci e degli Egizi, ma l'etimologia del termine in parte è ancora dubbia (c'è chi sostiene derivi da un dialetto sudafricano). Di contro se ne conoscono bene gli effetti, che possono essere devastanti sia a livello fisico che psicologico. L'elenco che segue, realizzato con la consulenza del dottor Pier Giulio Marinone (medico dello sport e dal 2003 al 2007 ricercatore dell'Auxologico di Verbania) riproduce in sintesi quelle che sono le sostanze bandite dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping.
LE PROCEDURE
EPO - eritropoietina: in forma di doping o farmaco, fa aumentare i globuli rossi e così l'ossigenazione nel sangue. Agisce quindi sui muscoli: riduce la fatica a parità di sforzo permettendo una migliore prestazione. I casi più frequenti si sono verificati negli sport fortemente aerobici come il ciclismo.
EMOTRASFUSIONE: superata dall'EPO, consiste nel prelievo del sangue dell'atleta e la sua immissione dello stesso (autoemotrasfusione) o di un altro individuo dopo un periodo di conservazione. Come spiegato in precedenza per l'AET, era la pratica più frequente fino al 2000, perché evitava i rischi connessi alle trasfusioni (epatite).
MANIPOLAZIONE: può essere farmacologica, chimica o fisica. Con questo termine si fa riferimento a tutte le procedure che puntano a mascherare la presenza di doping (alterando i test antidoping).
Migliorare le prestazioni sportive, ridurre la fatica e i tempi di recupero. Questo è il doping, pratica in passato definita oscura e che invece oggi, con impressionante frequenza nello sport, fa leva su tecniche molto avanzate. Se ne parlava già al tempo deli antichi Greci e degli Egizi, ma l'etimologia del termine in parte è ancora dubbia (c'è chi sostiene derivi da un dialetto sudafricano). Di contro se ne conoscono bene gli effetti, che possono essere devastanti sia a livello fisico che psicologico. L'elenco che segue, realizzato con la consulenza del dottor Pier Giulio Marinone (medico dello sport e dal 2003 al 2007 ricercatore dell'Auxologico di Verbania) riproduce in sintesi quelle che sono le sostanze bandite dalla Wada, l'agenzia mondiale antidoping.
SOSTANZE DOPANTI | SOSTANZE CON RESTRIZIONI (utililizzabili entro certi limiti sotto controllo medico) |
Stimolanti: usati in medicina (le anfetamine ad esempio) per la cura di malattie del sistema nervoso centrale (narcolessia). Perché dopano: riducono il senso (i segnali) di fatica che il corpo invia al cervello. Rientrano in questa categoria anche cocaina, eroina, marijuana e hashish. Perché vanno evitati: perché hanno effetti dannosi sull'apparato cardiorespiratorio e sui centri termoregolatori (ipertermie mortali). L'abuso può dare sindromi paranoidi, psicosi e dipendenza. | Cannabinoidi: gli effetti variano con la dose assunta. A basso dosaggio si ha euforia, a medio dosaggio c'è disinibizione, mentre dosi alte possono scatenare aggressività. Perché dopa: agiscono sul sistema nervoso centrale, con un'azione paragonabile a quella dei narcotici sugli stati dolorosi. Perché vanno evitati: causano sofferenza del sistema nervoso centrale, diminuzione della forza muscolare, della memoria, dell'equilibrio. |
Narcotici: In casi estremi, anestetizzano l'organismo, annullando la percezione del dolore. Il dolore è una cosa naturale che non deve essere evitata, perché spia di problemi dell'organismo. Perché dopano: vengono meno le percezioni dolorose (fatica compresa) e danno in più euforia (ci si sente invincibile). Perché vanno evitati: alla fine non se ne può fare a meno.Tutto diventa doloroso (non c'e più soglia), uno sforzo anche minimo diventa insopportabile e allora ci si dopa. | Corticosteroidi:trattamenti prolungati sono possibili solo su indicazione medica (in caso di inffiammazioni o allergie). Perché dopano: vale lo stesso discorso fatto per gli steroidi. Perché vanno evitati: gli effetti collaterali comprendono anche diabete mellito, iperglicemia, ipernatriemia, infezioni, retinopatie, ipertensione arteriosa. |
Anabolizzanti: derivano dagli ormoni sessuali maschili, favoriscono la sintesi delle proteine (per la costruzione dei tessuti dell'organismo). Usati per la ripresa dei muscoli dopo un trauma o per rafforzare le ossa. Perché dopano: incrementano la massa muscolare (dosi anche 10 volte superiori al consiglio terapeutico). Perché vanno evitati: negli adolescenti possono arrestare il processo di sviluppo (azione sulle cartilagini di accrescimento) e dare forme di acne gravi. Negli adulti maschi possono portare ad atrofia testicolare (sterilità), calvizie e danni epatici. Nelle donne possibile la comparsa di caratteri sessuali maschili (peluria). Per tutti un aumento dell'aggressività. | Betabloccanti: utilizzati per combattere l'ipertensione o per curare l'ansia. Perché dopano: Usati illecitamente nelle discipline che richiedono concentrazione e precisione come il tiro a segno, dove l'atleta cerca una linea di tiro più ferma possibile. Perché vanno evitati: perché assunti a dosi elevate possono rallentare il battito cardiaco in modo anomalo, simulare i sintomi di ipoglicemia. |
Ormoni: sostanze generate dal nostro corpo. Hanno funzione regolatoria verso particolari tessuti. Possono, a causa di malattie, non essere più prodotti e quindi somministrati "artificialmente". Perché dopano: aumentano la muscolatura, la forza, la resistenza e l'aggressività agonistica. (Testosterone, Gonadotropine, Ormone della crescita, Corticosteroidi). Perché vanno evitati: i problemi maggiori sono a carico delle atlete trattate con ormoni maschili; il GH può indurre un rialzo della glicemia e portare al diabete e alla chetosi. |
Diuretici: favoriscono la diuresi, aiutano a rimuovere un’eventuale eccesso di liquidi nell’organismo. Riducendo la pressione sanguigna vengono somministrati agli ipertesi. Perché dopano: permettono di perdere velocemente e "artificialmente" peso (disidratando l'organismo). Permettono altresì di diluire le urine e ridurre la concentrazione di altre sostanze dopanti. Perché vanno evitati: danno squilibri chimici nel sangue (sodio e potassio), e se uniti all'assunzione di eritropoietina (EPO) sono causa di: crampi, disturbi di termoregolazione, aritmie che possono essere mortali all'atleta. |
AET - Auto Emo Trasfusione: consiste nel prelievo del sangue dell'atleta in un momento stabilito e nell'immissione nello stesso individuo dopo un periodo di conservazione. Pratica frequente fino al 2000, poi sostituita dall'EPO. Perché dopa: aumenta il numero di globuli rossi per elevare la capacità del sangue per trasportare l'ossigeno. Perché va evitata: alte concentrazioni nel sangue di globuli rossi (ematocrito) ne fanno aumentare la densità, aumentando proporzionalmente i rischi (embolie). |
LE PROCEDURE
EPO - eritropoietina: in forma di doping o farmaco, fa aumentare i globuli rossi e così l'ossigenazione nel sangue. Agisce quindi sui muscoli: riduce la fatica a parità di sforzo permettendo una migliore prestazione. I casi più frequenti si sono verificati negli sport fortemente aerobici come il ciclismo.
EMOTRASFUSIONE: superata dall'EPO, consiste nel prelievo del sangue dell'atleta e la sua immissione dello stesso (autoemotrasfusione) o di un altro individuo dopo un periodo di conservazione. Come spiegato in precedenza per l'AET, era la pratica più frequente fino al 2000, perché evitava i rischi connessi alle trasfusioni (epatite).
MANIPOLAZIONE: può essere farmacologica, chimica o fisica. Con questo termine si fa riferimento a tutte le procedure che puntano a mascherare la presenza di doping (alterando i test antidoping).
DANNI FISICI | DANNI PSICOLOGICI |
Dipendono dal tipo di sostanza utilizzata, lì dove non se ne faccia ricorso in ambito terapeutico. Nel caso dell'Epo, oppure del Cera (Epo di 3.a generazione), soggetti sani: trombofilia, ipertensione, ancefalopatie. | Aspetto molto complesso. In alcuni soggetti che praticano sport a livello agonistico, infatti, può subentrare insicurezza e depressione nel domandarsi se il risultato è frutto del lavoro fisico oppure del ricorso a sostanze dopanti. A tutto questo può legarsi anche un fattore di dipendenza. |