Kanu e Co: 20 anni fa l'oro olimpico della Nigeria

Olimpiadi

Vanni Spinella

nigeria_1996_getty

AMARCORD. Olimpiadi di Atlanta, 3 agosto 1996: le Super Aquile stupiscono il mondo battendo in finale l'Argentina per 3-2. Una partita epica, così come il 4-3 al Brasile in semifinale, che consegnò alla storia una generazione di campioni

Tra le tante date a cui, in passato, abbiamo fatto risalire la nascita del “calcio del futuro” (leggi: “africano”) c’è anche il 3 agosto di 20 anni fa. Olimpiadi di Atlanta 1996, finale per l’oro tra Nigeria e Argentina. A danzare sul gradino più alto del podio, alla fine, saranno gli africani.

 

L'ora dell'Africa - Il calcio alle Olimpiadi porta con sé sempre grandi sorprese, l’ultima il Messico che nel torneo che parte domani (oggi le donne: entrambi comunque in anticipo rispetto alla cerimonia di apertura come tradizione) difenderà l’oro conquistato 4 anni fa a Londra. Ma quanto accadde quel pomeriggio ad Athens, in Georgia, poteva essere immaginato veramente da pochi e al fischio finale di Collina appariva ai più come la conferma che nel calcio fosse veramente arrivato il momento di quegli atleti incredibili prestati al pallone, sulla scia delle belle prove (ma senza medaglie) del Camerun a Italia ’90 e della Nigeria “dei grandi” a Usa ’94.

 

Il ballerino Nwanko - Giusto per fare qualche nome, in quella nazionale olimpica guidata dall’olandese Bonfrère giocavano i ventiduenni West e Oliseh, ma anche Ikpeba (23 anni), il funambolo Okocha e l'imprendibile Babangida (23 da compiere). Insomma, tutta gente che si sarebbe fatta largo nel calcio europeo. E poi c’era il capitano, un ragazzo di quasi due metri fine come uno stelo di grano che a dispetto dell’altezza danzava con la palla più che giocare a calcio: Nwanko Kanu, 20 compiuti il 1° agosto e un curriculum già pieno di titoli grazie all’Ajax (Champions, Intercontinentale, Supercoppa Europea, 3 campionati olandesi, 3 supercoppe d’Olanda).

 

Ronaldo quale? - Già nel girone ci si diverte: il Giappone batte il Brasile che batte la Nigeria che batte il Giappone, e tutte e tre battono l’Ungheria. Risultato, tre squadre alla pari e “Super Aquile” qualificate come seconde dietro alla Seleçao grazie alla differenza reti. E se le ossute gambette di Kanu trascinano gli africani, i brasiliani si aggrappano al suo coetaneo (20 anni a settembre) Ronaldinho, che poi sarebbe Ronaldo, futuro Fenomeno, costretto a quel diminutivo sulla maglia per differenziarsi dal compagno Ronaldo Guiaro, all’epoca il “vero” Ronaldo (sorvoliamo).

 

Meglio tifare Nigeria... - Piccola parentesi azzurra: e l’Italia? Male male: guidata dai fuoriquota Pagliuca, Crippa e Branca (ma anche con gli Under23 Nesta, Cannavaro e Panucci in difesa e il diciottenne Buffon come dodicesimo) chiude il girone con un umiliante ultimo posto (dietro Messico, Ghana e Corea del Sud). Chiusa parentesi, che è meglio: torniamo alla Nigeria.

Due a zero al Messico ai quarti, di nuovo il Brasile in semifinale per una rivincita veramente epica: sotto 3-1 all’intervallo, i nigeriani trovano la forza per acciuffare il pareggio al 90° con Kanu. Dopo 4’ di supplementari il golden goal, ancora di Kanu: è finale, contro l’Argentina dei giovani Crespo, Ortega, Zanetti, Claudio Lopez. E il 3 agosto 1996, arbitrate da Collina, le Super Aquile completano l’opera andando a prendersi l’oro: sotto due volte, rispondono prima con Babayaro e poi con Amokachi, prima della zampata letale, ancora una volta al 90°, di Amuneke.

 

Dopo quell'oro - È la festa di un continente intero, il resto è storia abbastanza nota: Moratti si innamora delle movenze di Kanu e nella stagione 97-98 riuscirà ad affiancarlo, anche se per poche gare, a Ronaldo ex-Ronaldinho e ormai Fenomeno; Jay-Jay Okocha porterà i suoi trick in Ligue1 (Psg) e Premier (Bolton); Ikpeba continuerà a segnare nel Monaco. Eppure quello stesso gruppo, più maturo di due anni, al Mondiale in Francia farà flop: per il calcio del futuro c'è ancora da aspettare, ma che libidine quell'assaggio nell'estate del 1996.