
LA FOTOGALLERY. La 15.a edizione delle Paralimpiadi è stata un trionfo per la spedizione italiana, trascinata dall'ex pilota di Formula 1 nell'handbike e da Bebe nella scherma. Ma sono tante le storie uscite da Rio: dal gigante Mehrzadselakjani al fenomeno Malone, fino alla tragedia di Golbarnezhad

La 15.a edizione dei Giochi Paralimpici di Rio lascia in eredità all'Italia 39 medaglie (di cui 10 d'oro), che permettono agli azzurri di terminare noni nel medagliere. Una spedizione record, ma non ci sono stati solo i numeri ad arricchire le giornate brasiliane. A Rio sono state scritte pagine di storia e di vita

La più eclatante è senza dubbio quella di Alex Zanardi. L'ex pilota di Formula 1, amputato ad entrambe le gambe dopo lo spaventoso incidente di Formula Cart di 15 anni fa, ha conquistato due ori e un argento, bissando il bottino di Londra 2012. Il tutto a quasi 50 anni

Beatrice Vio, meglio conosciuta come Bebe, è il presente e il futuro dello sport paralimpico italiano. Dopo aver vinto il campionato mondiale, la 19enne veneta (amputata agli arti a causa di una meningite) ha conquistato il titolo olimpico nel fioretto individuale, aggiungendovi anche un bronzo nella prova a squadre

Non ha tradito le attese una delle stelle della spedizione italiana a Rio. Martina Caironi, amputata alla gamba sinistra dopo un incidente in moto nel 2007, ha confermato l'oro olimpico vinto a Londra nella gara regina dell'atletica, i 100 metri piani

Ma non solo. La 27enne lombarda, portabandiera nella cerimonia inaugurale al Maracanà, ha anche conquistato un fantastico argento nel salto in lungo, disciplina in cui è anche vice-campionessa europea e mondiale

Assunta Legnante è un'atleta paralimpica dal 2012, dopo che un glaucoma che le ha portato via la vista. La lanciatrice napoletana, già oro ai Giochi del Mediterraneo e agli Europei del 2007 a Birmingham, non si è data per vinta: a Rio ha bissato la medaglia d'oro di Londra nel getto del peso

Intramontabile Alvise De Vidi. Il velocista in carrozzina di San Biagio di Callalta (Ve) ha vinto il bronzo nei 400 metri, aggiungendolo al suo impressionante palmares, che ora recita 6 ori, 3 argenti e altrettanti bronzi conquistati in sei Paralimpiadi

Dopo la delusione per non aver partecipato alle Olimpiadi, Markus Rehm si è rifatto con gli interessi. Il tedesco, già oro a Londra, si è ripetuto nel salto in lungo, chiudendo con la misura di 8.21 m (record della competizione), che gli avrebbe garantito il quinto posto tra i normodotati

Anche Daniel Dias, per il suo talento e la bacheca piena di allori, è stato paragonato a Michael Phelps. "Ma io sono più bello", ha detto l'idolo dei brasiliani, che a Rio ha conquistato 4 ori, 3 argenti e 2 bronzi, aggiornando la sua impressionante collezione di titoli: 9 medaglie di cui 4 d'oro a Pechino 2008 e 6 ori a Londra quattro anni fa. In totale fanno 24 medaglie, di cui 14 d'oro

Morteza Mehrzadselakjani è alto 246 cm. A causa della acromegalia, (sindrome causata da un aumento eccessivo dell'ormone della crescita), il gigante iraniano soffriva di depressione. Lo ha salvato la pallavolo paralimpica (sitting volley): grazie anche alle sue giocate, la Nazionale dell'Iran ha conquistato la medaglia d'oro

"Peccato non esserci stato ad agosto". Abdellatif Baka, ipovedente di 22 anni, ha vinto i 1500 m con il tempo di 3'48"29, meno del 3'50"00 con cui l'americano Matthew Centrowitz si era imposto a Rio 2016

Zahra Nemati è stata la prima atleta iraniana a partecipare a Olimpiadi e Paralimpiadi. Dopo aver concluso il torneo del singolo in 49.a posizione ed essere stata la portabandiera del suo paese alla cerimonia di apertura allo stadio Maracanà, Zahra si è tolta la soddisfazione di conquistare l'oro nel tiro con l’arco ricurvo individuale contro la cinese Wu, dopo l’argento a squadre conquistato qualche giorno prima

Risultato notevole è quello dell’Ucraina, che nonostante la difficile situazione del paese è passata dalle 84 medaglie di Londra alle 117 di Rio, il suo miglior risultato di sempre

L'Italia rientra nella Top 10 del medagliere dopo ben 44 anni di assenza (Heidelberg) e torna in doppia cifra di medaglie d'oro dopo ben 20 anni (Atlanta 1996)

L'edizione di Rio ha avuto anche la sua tragedia, con la morte del ciclista iraniano Bahman Golbarnezhad, deceduto a 48 anni durante la prova in linea maschile dopo una caduta. Si è trattato del primo atleta a morire in gara a causa di un incidente dalle Olimpiadi di Roma del 1960

In questi 12 giorni brasiliani, hanno vinto tutti gli oltre 4mila atleti che hanno preso parte alle varie competizioni. Un insegnamento di sport e di vita, che va ben oltre la concezione agonistica del trionfo e della sconfitta