Raggi: "I costi? Il 176% in più dei preventivi"

Olimpiadi
Virginia Raggi mostra lo studio di Oxford sui costi delle Olimpiadi
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Il sindaco di Roma giustifica la decisione di dire no alla candidatura di Roma per i Giochi 2024 esibendo uno studio approfondito dell'Università di Oxford: "Le Olimpiadi sono un assegno in bianco firmato dalle città ospitanti"

Virginia Raggi ha detto no a Roma 2024 portando a supporto della decisione presa anche uno studio realizzato dall'Università di Oxford sui Giochi. Dal documento che il sindaco di Roma mostra in conferenza stampa emerge che i costi in tutti i casi sono aumentati rispetto a quanto preventivato,  sia nelle edizioni estivi che in quelle invernali. Nelle Olimpiadi estive, secondo lo studio, l'aumento medio dei costi è del 176%, mentre nei giochi invernali del 172%.

Il caso più eclatante citato dalla Raggi e contenuto nello studio riguarda i Giochi di Montreal del 1976 con il 720% di costi lievitati. A Barcellona nel 1992 si è registrato il +266%. La maglia nera dei Giochi invernali va a Lake Placid 1980 con +324%, seguita da Sochi 2014 con il +289%.

Un altro elemento determinante per il no è stato quello della situazione economica generale del Paese, secondo Raggi, "notevolmente peggiorata rispetto a quando l'ex premier Mario Monti disse no alle Olimpiadi". Secondo i dati forniti dal Campidoglio nel 2012 il debito era 1.928 miliardi mentre oggi è di 2.250. Il debito/PIL ammontava a 127% contro il 132,7% attuale. Infine la disoccupazione è aumentata da 9,3% del 2012 all'11,5%.