Doping, il Tas respinge il ricorso della Russia. Out dalle Olimpiadi 45 atleti e 2 allenatori

Olimpiadi

Lia Capizzi

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Il Tribunale arbitrale dello sport ha respinto il ricorso di 45 atleti e due allenatori russi contro la decisione del Cio di estrometterli dai Giochi olimpici di Pyeongchang. Lo ha annunciato il segretario generale del Tas, Matthieu Reeb

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Niente sconti per la Russia. Il TAS ha respinto oggi gli appelli di 45 atleti russi (e 2 tecnici) che in extremis chiedevano di poter gareggiare a PyeongChang. L'apposita sezione del Tribunale Arbitrale dello Sport - con succursale in Corea - ha emesso i due verdetti molto attesi a poche ore dalla Cerimonia di Inaugurazione. Due verdetti perché gli appelli erano di due tipi diversi. Avevano presentato ricorso 32 atleti russi mai risultati ufficialmente positivi ma considerati dal CIO coinvolti nel "doping di stato" russo, basandosi sui rapporti McLaren e Oswald. Tra questi il fortissimo Sergey Ustiygov (rivale di Pellegrino nel fondo) e Victor Ahn la star dello short track  E' stato respinto anche il ricorso di 13 dei 28 russi squalificati a vita dal CIO per il doping di Sochi 2014 ma che erano stati riabilitati proprio la settimana scorsa, a sorpresa e tra le polemiche, dal TAS. "La riabilitazione non comporta automaticamente l’invito a partecipare a PyeongChang"- aveva subito commentato in modo perentorio il CIO che con la sentenza odierna ottiene dunque una sorta di vittoria e un riconoscimento della linea dura messa in atto nella lotta al doping. Si attende la reazione - sicuramente stizzita - del Cremlino che fino a ieri professava grande ottimismo sull’esito dei ricorsi. Ogni sentenza del TAS può essere appellabile alla Corte Federale Svizzera, nel caso la Russia decidesse di presentare un nuovo ricorso. In definitiva quindi a PyeongChang saranno in gara, come previsto, solo i 168 atleti russi che hanno ottenuto la patente di idoneità dall’apposita Commissione del CIO. Nessuno di loro potrà esibire la bandiera russa né tanto meno sarà suonato l’inno russo. Sono tutti inseriti in una apposita squadra neutrale denominate OAR (Olympics Athlets from Russia).