Olimpiadi 2026, Milano-Cortina: Cio promuove candidatura. Malagò: "Siamo fiduciosi"

Olimpiadi

Il report pubblicato dalla commissione di valutazione del Cio giudica estremamente positivo il piano previsto dalla candidatura italiana. La soddisfazione del presidente del Coni: "Ora siami ancora più fiduciosi"

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"Gli elementi chiave per qualsiasi Olimpiade di successo includono un chiara visione allineata agli obiettivi di sviluppo a lungo termine, un solido piano di azione, un sostegno costante da parte di tutti i settori e la
migliore esperienza possibile per gli atleti. Milano-Cortina soddisfa tutti questi criteri". E' quanto si legge sul report pubblicato oggi della commissione di valutazione del Cio sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. Un bid che secondo il Cio "abbraccia pienamente la sostenibilità e sfrutta l'esperienza, la passione e la tradizione dell'Italia negli sport invernali per ispirare gli atleti e offrire benefit a lungo termine alle città e alle regioni", si legge nel report lungo 47 pagine della commissione di valutazione del Cio, guidata da Octavian Morariu.

"L'Italia prevede Giochi a basso costo pienamente in linea con l'Agenda 2020 e le New Norm, così come una visione innovativa delle Olimpiadi che combina le attrazioni urbane della metropoli di Milano con il fascino delle pittoresche regioni montane alpine del Nord Italia", scrive ancora la Commissione di valutazione a seguito della visita del 2-6 aprile scorsi. Con il proposito "di usare il 93% delle sedi di competizione già esistenti o temporanee", sottolinea il Cio, la candidatura "abbraccia pienamente lo spirito e la filosofia dell'Agenda 2020".

Stoccolma non dà garanzie per le nuove strutture

Al contrario, invece, qualche problema è emerso per Stoccolma, altra candidatura forte. "Mentre sono state fornite lettere di intenti, sono ancora da presentare le garanzie vincolanti per le nuove strutture: il villaggio olimpico di Stoccolma, l'ovale per il pattinaggio di velocità e le sedi del biathlon e dello sci di fondo", scrive ancora  la commissione di valutazione del Cio. "Il comune di Stoccolma ha deciso di non firmare il contratto come città ospitante (host city contract, ndr), dichiarando di poter affittare le strutture
sportive necessarie per i Giochi e di poter assicurare i servizi pubblici allo stesso livello e alle stesse condizioni di qualsiasi altro evento organizzato nei confini della città. Il contratto sarebbe dunque firmato dal comune di Are e dal Comitato olimpico svedese".

Malagò: "Report Cio aumenta nostra fiducia"

"Già c'era fiducia prima, adesso ce n'è ancora di più". Lo dice il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commentando gli esiti del report della commissione di valutazione del Cio sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. "C'è estrema soddisfazione: eravamo convinti di aver fatto bene le cose ma come sempre dovevamo aspettare i voti del Cio. Siamo molto soddisfatti", ha ammesso a margine della Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena. "Fin dal primo giorno abbiamo puntato sull'equilibrio di tutti i fattori, in ogni settore, senza trasgredire nulla sotto il profilo ambientale, dell'impiantistica ed economici. Questa cosa è stata fatta molto bene ed è stata apprezzata", ha proseguito Malagò, che sulle criticità del bid italiano in merito ai costi di realizzazione degli impianti di bob e skeleton a Cortina ha chiarito: "E' un elemento da interpretare in chiave positiva, perché se l'investimento non è sostenibile in termini di eredità di gestione dell'impianto stesso, ci invitano a valutare se ci possono essere altre opportunità di impianti anche fuori confine. Ma la Regione Veneto garantisce che tutto questo viene realizzato a prescindere dalla candidatura olimpica", ha sottolineato Malagò, evitando di cadere nella tentazione di giudicare le criticità dei competitor Stoccolma-Are: "Lo dico e spero che lo facciano tutti, noi ci dobbiamo occupare solo del nostro compito. Il grande errore è dare noi oggi dei giudizi. Dobbiamo occuparci solo di noi, stiamo facendo bene andiamo avanti così. Sia per un fatto di stile, sia perché non é compito nostro giudicare gli altri".