Tokyo 2020, la Puglia e l'oro olimpico: dopo Mennea, ora la marcia con Palmisano e Stano

TOKYO 2020
Nicola Roggero

Nicola Roggero

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Con l'indimenticabile oro di Pietro Mennea a Mosca, la Puglia aveva dimostrato di saper correre eccome. Ora, però, sappiamo che da quelle parti si marcia anche alla grande grazie alle imprese di Antonella Palmisano e Massimo Stano

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La Puglia, nel contributo azzurro alle Olimpiadi, si era già messa a posto con un barlettano, Pietro Paolo Mennea e l’indimenticabile oro di Mosca. Ma quelli che abitano nell’ideale tacco d’Italia evidentemente non sanno solo correre forte ma pure marciare più veloce di tutti. In ventiquattro ore l’hanno dimostrato Massimo Stano e Antonella Palmisano, quaranta chilometri in due, sempre davanti a tutti. Massimo, da Palo del Colle, come Vito Antuofermo, campione del mondo di pesi medi che incassava anche le cannonate.

Pure Stano aveva avuto le sue ferite, nell’animo soprattutto, tipo la squalifica a Doha nell’ultimo Mondiale. Ma come Antuofermo sul ring, ha imparato che si possono suturare. E poi c’è Antonella Palmisano, lei da Mottola, provincia di Taranto. Porta sempre un fiore tra i capelli, glielo ricama sua mamma, chissà, forse  ammiratrice di Scott McKenzie, che suggeriva di agghindarsi così quando si arriva a San Francisco. 

Oggi ha tolto di ruota le avversarie come se fossero petali, una dopo l’altra, con quella sua marcia così corretta che per lei non ci sarebbe bisogno di giudici.

Trionfo per due, uniti dallo stesso allenatore, Patrizio Parsecepe. Tanti chilometri nel centro di Castel Porziano ad Ostia, per arrivare fino a Tokyo, anzi a Sapporo. E dire che nessuno marcia forte come i pugliesi.