Claudio Guazzaroni, addio al gigante buono del karate azzurro: è morto a 60 anni

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Ivano Pasqualino

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Il 30 gennaio Claudio Guazzaroni, storico allenatore della Nazionale italiana di karate, si è dovuto arrendere a un male incurabile che aveva scoperto prima dell'Olimpiade di Tokyo (dove ha guidato Luigi Busà alla conquista della medaglia d'oro). Nato a Orte nel 1961, quest’anno avrebbe compiuto 61 anni. Amato da tutti per le sue doti umane, ha cresciuto alcuni tra i più grandi campioni del karate azzurro, come Greta Vitelli e Sara Cardin. Lo scorso novembre aveva ricevuto la Palma d'oro al merito sportivo dal Coni

Ci sono sport in cui il coach non è soltanto un allenatore. Nel mondo delle arti marziali, il coach è una figura più vicina a un padre spirituale piuttosto che a un tecnico. Non a caso, queste figure vengono definite "maestri" in questo tipo di discipline. Nell’ambiente del karate italiano, Claudio Guazzaroni racchiudeva tutte queste figure in una sola grande, grandissima personalità: è stato un allenatore, un maestro, un amico, un padre sportivo per molti dei nostri azzurri più vincenti. Tra questi c’è anche Luigi Busà, campione olimpico nel kumite agli ultimi Giochi di Tokyo. Se guardate bene tutte le vittorie di Luigi in carriera (e vi assicuro che sono tante), a sostenere il "Gorilla di Avola" c'era sempre Claudio. Era una figura rassicurante, una presenza costante, lo vedevi sempre sullo sfondo durante le gare. Sapevi che lui ci sarebbe stato comunque, pronto ad abbracciarti una volta sceso dal tatami, con quelle sue braccia forti, a prescindere che tu vinca o perda. Lui era sempre lì, non soltanto perché è stato per molti anni capo allenatore della Nazionale italiana di karate. Per lui questo non era un lavoro: era una missione. Crescere degli uomini e delle donne, prima ancora che dei campioni, era il suo vero scopo (impossibile non citare altre campionesse cresciute da Claudio come Greta Vitelli e Sara Cardin).

©Getty

La partenza per Tokyo nonostante la malattia

Guazzaroni era genuino e generoso, come un vero italiano. Per tutta la vita ha mostrato una forza paragonabile solo alla sua umanità. Eppure, domenica 30 gennaio 2022 Claudio si è dovuto arrendere a un male incurabile, che aveva scoperto di avere lo scorso luglio, poco prima dell’ultima Olimpiade, la prima Olimpiade con il karate presente ai Giochi. Voleva esserci nonostante tutto, per scrivere la storia insieme al suo Luigi. Ce l’ha fatta, ci è riuscito, guidando il "Gorilla di Avola" alla conquista della medaglia d'oro nel kumite, nella finalissima contro l'eterno rivale, l'azero Rafael Aghayev.

Luigi Busà: "Ti sarò per sempre grato"

Luigi Busà gli ha regalato la medaglia d’oro vinta a Tokyo, creandone un’altra copia identica. "Sei stato il mio primo abbraccio in ogni momento felice, ma anche la mia prima pacca sulla spalla nei momenti tristi – ha scritto il karateka siciliano per ringraziare Guazzaroni dopo l’oro olimpico –. Alle Olimpiadi per me sei stato un supereroe e voglio che tutti sappiano che se ho vinto l’oro olimpico è solo grazie a te. Ti sarò per sempre grato. Insieme abbiamo vinto tutto". Nato a Orte nel 1961, quest’anno Claudio avrebbe compiuto 61 anni. Lo scorso novembre aveva ricevuto la Palma d'oro al merito sportivo dal Coni, lo scorso dicembre aveva ricevuto il suo ottavo dan. Riconoscimenti alla sua carriera straordinaria da allenatore, che si sommano ai titoli vinti prima ancora da karateka tra gli anni ’80 e ’90: per tre volte fu vice-campione del mondo e una volta bronzo mondiale. Grazie di cuore Claudio, buon viaggio.