Olimpiadi invernali Pechino 2022, SuperG: Marsaglia 18°, Paris 21°, fuori Innerhofer

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Carlo Vanzini

Carlo Vanzini

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Altra giornata amara per l'Italia nello sci alpino maschile a Pechino. Azzurri deludenti nel SuperG, con Marsaglia 18°, Paris 21° e Innerhofer ancora fuori. Vince l'austriaco Mayer, primo uomo a conquistare tre ori consecutivi in altrettante edizioni olimpiche. Sul podio anche Cochran-Siegle e Aamodt Kilde

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Matthias Mayer diventa il primo uomo nella storia dello sci alpino a vincere 3 ori in 3 olimpiadi consecutive, confermandosi campione del superG, specialità nella quale il padre fu argento a Calgary. Secondo Ryan Cochran-Siegel, 50 anni dopo l’argento di mamma Barbara.  Il Super G ha consegnato la prima medaglia in carriera a Kilde, l’atteso protagonista delle discipline veloci e dominatore della stagione che salva così la sua spedizione cinese con il bronzo. E’ sempre un risultato eccezionale per un atleta, poter onorare il sogno olimpico con il podio, ma il bottino è magro rispetto alle premesse e alle sensazioni della vigilia. La testa fa tutto nel giorno in cui inizi a pensare che sei all’Olimpiade e non alla gara del circuito provinciale di quando eri bambino. Lo ha detto anche Federica Brignone, dopo l’argento: “continuavo a scacciare il pensiero di essere all’Olimpiade, ma semplicemente a una gara di sci”. Evidentemente non ha funzionato per Kilde che può comunque essere ben felice di tornare con un bagaglio in più in Norvegia e ancor meno per Odermatt, l’uomo atteso alla conquista di tre medaglie e ancora a secco

Cochran-Siegel, argento a 50 anni dalla medaglia di mamma Barbara

Ha invece funzionato alla perfezione per Matthias Mayer e Ryan Cochran-Siegel, entrambi figli d’arte ed entrambi con i genitori, il papà Helmut per Matthias e mamma Barbara per Ryan, protagonisti ai giochi a dispetto di carriere sicuramente brillanti, ma non così “devastanti”, come ti aspetteresti di trovare per chi mette al collo una medaglia all’Olimpiade.  Barbara Cochran, tre vittorie in coppa del mondo a inizio anni settanta e poi il colpaccio a Sapporo, in slalom, quando si assegnavano contemporaneamente titolo olimpico e titolo mondiale. Una vita sulla neve e una passione ricevuta da papà Gordon, detto Mickey, quarterback ai tempi dell’università, ma mago della neve poi, diventando direttore tecnico della nazionale Usa. I suoi quattro figli hanno fatto tutti podio in coppa ed era inevitabile che questa passione venisse trasmessa ai 6 nipotini. Ryan aveva già infiammato i ricordi, vincendo a Bormio, in coppa del mondo, la passata stagione, dieci giorni dopo il primo podio in Val Gardena.  Due podi in totale in carriera, entrambi conquistati in Italia e poi quell’infortunio a Kitzbuhel, prima dei mondiali di Cortina, con la frattura del rachide cervicale che ha richiesto un intervento per saldare due vertebre. Il ritorno sugli sci è stato graduale. Quest’anno un solo lampo, sempre nella “sua” Bormio, con il quarto posto in Super G, ma per il resto buio pesto. Nell’ultimo super G disputato a Wengen è arrivato addirittura quarantesimo. Non il miglior biglietto da visita per un’Olimpiade. E invece sbang, testa libera, perfetta, traiettorie magiche e la storia è fatta: argento, 50 anni esatti, tra tre giorni, dopo l’oro conquistato dalla madre. Storie di sport e soprattutto storie di olimpiade. 

Mayer nella storia: tre ori consecutivi da Sochi a Pechino

A differenza di Ryan, quello di Matthias è un nome che non potevi, alla vigilia, non mettere tra i favoriti, ma è bene ricordare che nel 2014 a Sochi divenne campione olimpico, in discesa, senza mai aver vinto una gara di Coppa del mondo. Da lì una ottima carriera, condita da 11 vittorie. Un palmares di tutto rispetto, ma non uno di quelli che ti porta a pensare che Matthias, oggi, sia diventato l’unico uomo, nella storia dello sci alpino, a vincere tre medaglie d’oro, in tre edizioni consecutive delle olimpiadi. Il più grande di sempre! E’ evidente che nella giornata olimpica sa tirare fuori quel qualcosa in più, quasi di soprannaturale che lo fa diventare bionico. Papà Helmut conquistò l’argento nel primo super G disputato nella storia dell’Olimpiade, a Calgary nel 1988. Aveva vinto una sola volta in Coppa del mondo e non era certo tra i favoriti per quella medaglia, ma anche lui, come il figlio, evidentemente aveva quel dono lì, di riuscire a essere superiore quando contava. Rientrando nel mondo del naturale, una spiegazione tecnica però la dobbiamo trovare e forse c’è. Matthias non ha mai vinto una medaglia ai Mondiali, disputati in questi suoi anni di attività, in località note per neve e pendii, agli atleti di Coppa. Le magie olimpiche sono invece arrivate in una sequenza di piste “one shot” come quelle russa, coreana e cinese. Quindi possiamo dire che evidentemente Matthias ha una capacità di visione della novità che gli altri non hanno, un adattamento istantaneo a nevi e condizioni diverse, il tutto a mente sgombra, senza pensieri che lo portano a entrare così in quella straordinaria condizione psico fisica ideale, da evento che vale una carriera.

SuperG maschile, la classifica finale

  1. Matthias Mayer (Austria)
  2. Ryan Cochran-Siegle (Usa) +0.04
  3. Aleksander Aamodt Kilde (Norvegia) +0.42
  4. Adrian Smiseth Sejersted (Norvegia) +0.74
  5. Vincent Kriechmayr (Austria) +0.76
  6. James Crawford (Canada) +0.85
  7. Romed Baumann (Germania) +1.16
  8. Andreas Sander (Germania) +1.27
  9. Blaise Giezendanner (Francia) +1.32
  10. Trevor Philp (Canada) +1.40

Marsaglia: "Quanto mi è stato chiesto è stato vergognoso"

"E' stato complesso ma divertente, speravo di fare meglio. E' un peccato. La polemica sulla richiesta di non partecipare oggi? E' successo quanto avete letto, non avevo nessun interesse a inventarmi qualcosa. Non avevo modo. Ero tranquillo, non avrei dovuto dire una falsità. E' stata una cosa vergognosa, va contro a tutti i valori che mi hanno insegnato e che bisogna insegnare ai ragazzi. Ci sono valori che ti fanno crescere come persona". Al termine della discesa libera il trentaseienne romano aveva detto che non era sicuro di partecipare al SuperG in programma oggi perché gli avrebbero chiesto di non gareggiare a vantaggio dell’amico Mattia Casse: “Per farlo avrei dovuto mentire, dire che sto male e dichiarare il falso”, aveva detto. 

Paris: "Quando non sei al top cominci a sbagliare"

“Per me nel super-G era già chiara la cosa. Quando non sei al top, quando ci sono queste gare importanti, cerchi comunque di fare risultato e poi inizi a sbagliare. Il tracciato è abbastanza stretto, una pista non così difficile ma con un tracciato che ti mette in difficoltà ogni tanto”

Innerhofer: "E' andato tutto storto"

"E' andato tutto storto, peccato perchè è la settimana più importante - ha detto l'azzurro alla Rai -. Peccato per ieri, oggi non avevo buone sensazioni. Ho fatto subito un errore e sapevo che mi era costato tanto tempo. Non avevo la scioltezza giusta, l'atteggiamento c'era ma non avevo il feeling. Non mi piace vivere nel passato, adoro presente e futuro. Sono dispiaciuto di come sono andate queste due giornate".

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