Malagò: "La pista di bob? Non è uno scandalo se si va all'estero"

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Pista di bob e laboratorio antidoping: le parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine dell'intitolazione della biblioteca dell'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport a Barbara Di Giacinto

IL CIO BOCCIA LA PISTA DI BOB A CESANA

"Quello che mi sento di sostenere perché, sono sempre a favore del nostro paese e del Governo, è che laddove si dimostrasse in un modo acclarato e ufficiale che per la data per cui il Cio e Federazioni internazionali pretendono che la pista sia pronta, se ce ne fosse una in Italia che oggi esiste e potrebbe diventare "working" a breve, allora sono il primo a provare a sostenere questa candidatura. Ma serve un pezzo di carta firmato dal governo italiano che si impegna a rispettare date e fattibilità". Lo ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, a margine dell'intitolazione della biblioteca dell'Istituto di Medicina e Scienza dello Sport a Barbara Di Giacinto, commentando la situazione creatasi intorno alla pista da bob per i giochi di Milano-Cortina 2026. "Lo sport è vittima di quello che è successo perché dopo 4 anni ha preso atto che l'opera pubblica non si può realizzare", ha aggiunto. Quanto alla possibilità di uscire fuori dai confini italiani ha concluso: "Non sarebbe uno scandalo. Si va verso un'epoca dove le nuove candidature, anche su altre discipline sportive,  terranno conto di non stare più solo nel proprio paese. Anche noi per qualche motivo avevamo anticipato tutto questo, perché non c'è una città o luogo di montagna che può concentrare tutte le venues sportive per ospitare i programmi invernali, per questo avevamo portato l'Olimpiade dei territori". 

"Centro antidoping? Serve struttura adatta"

"Il problema del Centro Antidoping? Sono rimasto a queste ultime lettere drastiche da chi ha oneri e onori a livello internazionale, è una partita a cui lo sport e il Coni sono fortemente interessati in termini di servizio, immagini e prestigio, ma questo dipende dal Governo italiano". Lo ha aggiunto il presidente del Coni, Giovanni Malagò in merito alle problematiche relative al centro Antidoping dell'Acqua Acetosa in vista anche di Milano-Cortina 2026.  "Oggi il centro è brillantemente gestito dalla Federazione medico sportiva, ma se non c'è il luogo bisognerà andare all'estero anche lì - ha aggiunto - Sono anni che ne parlo, sono quattro governi diversi con tanto di lettere. I tempi sono stretti perché bisogna garantire quanto già scritto nella candidatura di Milano-Cortina. Per processare le provette durante le Olimpiadi si passa da una media di circa 20-25 giorno a oltre 150 e lo devi fare nell'arco di poche ore perché gli atleti sono in gara. La struttura sulla tangenziale est di Roma può essere una soluzione? E' stata visionata e gli organismi internazionali hanno detto che per loro va benissimo, ma bisogna adattarla con le celle e le tecnologie, di ingressi, riservatezza e parametrare tutto agli standard di una clinica".