Alessandro Ossola: "La mia vita come una partita. Il sogno Parigi"

l'intervista

90 minuti, una vita come una partita di calcio. E nell’intervallo un incidente. Poi lo sport arriva in soccorso. E Alessandro diventa così un atleta paralimpico della Nazionale Italiana di atletica leggera. E la sua vita riparte. Tra lavoro, allenamenti, record e sogni. L’ultimo si chiama Parigi 2024

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“La mia vita è un po’ come una partita, che ha un primo e un secondo tempo. Il problema è cosa è successo nell'intervallo. Nel mio caso, in questo intervallo è arrivato un incidente che ha cambiato le sorti della partita. Ma non penso al risultato finale, perché quello lo costruiamo giorno per giorno e l'obiettivo di essere felici va coltivato day by day. Nonostante mi sia successo qualcosa che può essere definito un ostacolo, qualcosa di brutto, sono riuscito a riprendermi, a tirarmi su e a cercare anche di aiutare altre persone a farlo”. Pensieri e parole di Alessandro Ossola da Torino, classe 1987. L’ostacolo si è presentato il 29 agosto del 2015: un incidente in moto dove ha perso la moglie e, poco dopo, la gamba sinistra. Oggi guarda al futuro, come atleta paralimpico e testimonial Sky per l’inclusione. “Devo tanto allo sport, mi ha aiutato tanto. Perché? Mi ha dato gli obiettivi che sono necessari per essere felici e per tenere la mente impegnata, ad esempio nel momento del recupero nella fase post incidente”. Lo sport c’era anche nel ‘primo tempo’ della sua vita. “Sono sempre stata una persona molto attiva, dal beach volley in spiaggia al tennis, anche se il mio sport preferito è sempre stato il calcio”. E oggi? “Corro veloce, ci provo, mi impegno. Ho fatto un record nei 60 e sui 200 metri. Pochi giorni fa, nei 100 a Rieti, ho stabilito il nuovo record italiano in 12.52 nella categoria T63”. Atletica, ma non solo per Alessandro che dal 2021 fa parte delle Fiamme Azzurre. “Sono un appassionato di calcio, ma adesso c'è anche il padel. Quando riesco a ritagliarmi un po’ di tempo gioco volentieri e penso che sia lo sport più inclusivo al mondo”. Ma a Parigi non andrai con la racchetta… “Parigi è più vicina, ora andrò nella capitale francese per una gara importante, cercando di abbassare il record di 12.52 e salire ancora nel ranking mondiale. Ma sarà la Federazione a scegliere chi andrà alle Paralimpiadi: ci sono tanti atleti forti e pochi slot. Siamo in tanti con pochi posti, ma io lotterò fino all’ultimo. Se al mio posto dovesse andare un ragazzo magari più giovane, sarò felice per lui. Io ho vissuto i Giochi di Tokyo nel 2021 ed è stata un'esperienza incredibile”. 

Gli arti bionici ti cambiano la vita. Ma purtroppo non sono per tutti

Alessandro lavora, si allena e trova anche il tempo da dedicare agli altri. E lo fa con “Bionic People”, un’Associazione no profit che ha fondato insieme a due amici, Riccardo Cotilli e Chiara Bordi, nel 2019 con “l’obiettivo di sensibilizzare le persone sui temi della disabilità e dell’inclusione sociale”. Sì, perché gli arti ‘bionici’ non sono per tutti. Ma “veramente ti cambiano la vita. Spesso parliamo di questo tema anche con i Ministri e spero che anche l’Italia si allinei ad altri paesi”. Una ‘medicina’ che Ossola conosce bene, visto che lavora per un’azienda farmaceutica. “La scienza ha fatto e fa tantissimo sui vaccini, ad esempio, e anche per quello che riguarda le protesi che oggi ti consentono di vivere una vita normale. E piena di gioia”.