Sei Nazioni, in Galles Italrugby in cerca di identità
RugbySabato al Millennium contro i favoriti, che cercano la terza vittoria nel torneo, cosa mai riuscita a nessuno. Mentre per gli azzurri la cronaca racconta, tra giugno e novembre, un successo in 6 partite... Ma c'è anche un Francia-Inghilterra da brividi
di Francesco Pierantozzi
Ci siamo già dimenticati del Sei Nazioni 2013, fatto di 2 vittorie, Francia e Irlanda, di statistiche super (mischia, touche, possesso), dell’impressione di una squadra con la voglia di creare in attacco. Dove è finita quell’Italia? Tra giugno e novembre un solo successo in 6 partite ma soprattutto l’impressione opposta: difesa in difficoltà, attacco vecchia maniera, diciamo poco “propositivo”, l’eterna ricerca dell’apertura (una dozzina di tentativi in una decina di anni) dopo Dominguez…
La prova del 10, Allan, l’ultimo della serie, ventenne italo (da parte di mamma) scozzese-sudafricano (da parte di papà) con lavoro all’estero, in Francia a Perpignan, sarà al Millennium contro il Galles che cerca la terza vittoria nel torneo, cosa mai riuscita a nessuna squadra, e ovvio favorito.
Ma c’è l’Inghilterra, che ha in testa il Mondiale 205 da giocare in casa e da affrontare con “qualcosa” nel curriculum per essere testa di serie nella testa della gente e dei giocatori. “Now: we have to deliver”, la semplici parole del capitano inglese Robshaw, in sostanza “dobbiamo portare a termine il compito”. Di solito negli anni del dopo tour dei British & Irish Lions (ogni 4 stagioni) tocca alla Francia vincere, lo scorso anno addirittura ultima. E adesso senza il capitano Dusautoir, l’apertura scelta (Tales), Parra, tutti infortunati, più o meno gravi, si presenta con Plisson, “uncapped” player, cioè debuttante, piuttosto che con Trinh Duc, ideale per un rugby spettacolare, alla francese, ma indigesto a Saint Andrè, l’allenatore che dal dopo mondiale 2011 a oggi ha ottenuto solo 8 vittorie in 21 partite.
E si comincia proprio con Francia-Inghilterra, partita che può già decidere il torneo. A proposito: si gioca, da sempre, senza i punti di bonus, con una classifica vecchio stampo. Il motivo? Con i bonus una squadra potrebbe realizzare il Grande Slam, 5 partite 5 successi, senza vincere il torneo. Cosa impossibile per la Scozia che comincerà contro l’Irlanda, molto ambiziosa dopo aver “quasi” battuto gli All Blacks a novembre ma senza O’Brien, che giocherà la Calcutta Cup, la partita contro gli odiati inglesi, in casa, e a Roma contro l’italia, quello che pare uno spareggio per evitare l’ultimo posto. Qualcuno, Daily Telegraph sport di giovedì 30 gennaio, rilancia su un possibile futuro meccanismo di promozione e retrocessione. La Georgia è forte, la Russia ha i soldi. Speriamo bene, in tutti i sensi!
Ci siamo già dimenticati del Sei Nazioni 2013, fatto di 2 vittorie, Francia e Irlanda, di statistiche super (mischia, touche, possesso), dell’impressione di una squadra con la voglia di creare in attacco. Dove è finita quell’Italia? Tra giugno e novembre un solo successo in 6 partite ma soprattutto l’impressione opposta: difesa in difficoltà, attacco vecchia maniera, diciamo poco “propositivo”, l’eterna ricerca dell’apertura (una dozzina di tentativi in una decina di anni) dopo Dominguez…
La prova del 10, Allan, l’ultimo della serie, ventenne italo (da parte di mamma) scozzese-sudafricano (da parte di papà) con lavoro all’estero, in Francia a Perpignan, sarà al Millennium contro il Galles che cerca la terza vittoria nel torneo, cosa mai riuscita a nessuna squadra, e ovvio favorito.
Ma c’è l’Inghilterra, che ha in testa il Mondiale 205 da giocare in casa e da affrontare con “qualcosa” nel curriculum per essere testa di serie nella testa della gente e dei giocatori. “Now: we have to deliver”, la semplici parole del capitano inglese Robshaw, in sostanza “dobbiamo portare a termine il compito”. Di solito negli anni del dopo tour dei British & Irish Lions (ogni 4 stagioni) tocca alla Francia vincere, lo scorso anno addirittura ultima. E adesso senza il capitano Dusautoir, l’apertura scelta (Tales), Parra, tutti infortunati, più o meno gravi, si presenta con Plisson, “uncapped” player, cioè debuttante, piuttosto che con Trinh Duc, ideale per un rugby spettacolare, alla francese, ma indigesto a Saint Andrè, l’allenatore che dal dopo mondiale 2011 a oggi ha ottenuto solo 8 vittorie in 21 partite.
E si comincia proprio con Francia-Inghilterra, partita che può già decidere il torneo. A proposito: si gioca, da sempre, senza i punti di bonus, con una classifica vecchio stampo. Il motivo? Con i bonus una squadra potrebbe realizzare il Grande Slam, 5 partite 5 successi, senza vincere il torneo. Cosa impossibile per la Scozia che comincerà contro l’Irlanda, molto ambiziosa dopo aver “quasi” battuto gli All Blacks a novembre ma senza O’Brien, che giocherà la Calcutta Cup, la partita contro gli odiati inglesi, in casa, e a Roma contro l’italia, quello che pare uno spareggio per evitare l’ultimo posto. Qualcuno, Daily Telegraph sport di giovedì 30 gennaio, rilancia su un possibile futuro meccanismo di promozione e retrocessione. La Georgia è forte, la Russia ha i soldi. Speriamo bene, in tutti i sensi!