Italrugby, pacchetto di mischia contro i luoghi comuni
RugbyAl Millennium Stadium nella prima giornata del Sei Nazioni l'Italia ha ritrovato la voglia di combattere, di difendere, di aggredire, di creare in attacco ma soprattutto ha trovato un gruppo di ventenni Made in Italy che può garantire presente e futuro
di Francesco Pierantozzi
"Tanto non vincono mai... e poi sono tutti stranieri naturalizzati...". Ecco due tra i tanti luoghi comuni sul rugby azzurro. Sul primo, purtroppo, a parte le "onorevoli sconfitte", come quella contro il Galles a Cardiff, non arrivano secche smentite. Sul secondo invece qualcosa, anche più di qualcosa si muove. Al Millennium Stadium nella prima giornata del Sei Nazioni l'Italia ha ritrovato la voglia di combattere, di difendere, di aggredire, di creare in attacco ma soprattutto ha trovato un gruppo di ventenni Made in Italy che può garantire presente e futuro.
Il più vecchio, Leonardo Sarto, 22 anni, arriva dalla filiera Petrarca via Zebre, la franchigia con base a Parma; Michele Campagnaro è di Mirano, di anni ne ha solo 20, è passato dall'Accademia federale prima di arrivare al Benetton e 2 volte in meta a Cardiff; Angelo Esposito, pure lui ventenne, è campano, e ci mancherebbe con quel nome, ma il rugby lo ha imparato nel Tarvisium, la squadra delle magliette rosse, con passaggio all'Accademia federale prima del Benetton.
Roba fatta in casa, alla faccia di quelli che pensano che non ci siano gli ingredienti per far lievitare il nostro movimento. E Allan? Beh... italiano di nascita, madre italiana, padre scozzese-sudafricano, zio (John Allan, tallonatore) internazionale con la Scozia prima e col Sudafrica poi, ha cominciato dalle nostre parti, Petrarca, dove aveva giocato anche papà Willie, tallonatore pure lui, poi si è costruito tra Inghilterra (Wasps) e Sudafrica (Western Province) per finire a fare il professionista in Francia col Perpignan... se non vi siete persi tra i vari paesi la verità è che Tommaso Allan, ventenne, ha preferito l'Italia della mamma alla Scozia, con cui ha giocato in nazionale giovanile, di papà.
Non ci sono di mezzo equiparati, stranieri che mantengono la loro nazionalità (Geldenhuys per esempio, sudafricano) ma ne scelgono per il rugby un'altra, quella del paese di residenza da almeno 3 anni, un fenomeno tutto ovale che riguarda tutte le nazionali e non solo quella azzurra. Insomma: la sconfitta resta, è assolutamente "onorevole" contro la grande favorita del torneo, il Galles, oltre tutto in trasferta, ma ha una faccia diversa, anzi, ha tante facce nuove da cui guardarla!
"Tanto non vincono mai... e poi sono tutti stranieri naturalizzati...". Ecco due tra i tanti luoghi comuni sul rugby azzurro. Sul primo, purtroppo, a parte le "onorevoli sconfitte", come quella contro il Galles a Cardiff, non arrivano secche smentite. Sul secondo invece qualcosa, anche più di qualcosa si muove. Al Millennium Stadium nella prima giornata del Sei Nazioni l'Italia ha ritrovato la voglia di combattere, di difendere, di aggredire, di creare in attacco ma soprattutto ha trovato un gruppo di ventenni Made in Italy che può garantire presente e futuro.
Il più vecchio, Leonardo Sarto, 22 anni, arriva dalla filiera Petrarca via Zebre, la franchigia con base a Parma; Michele Campagnaro è di Mirano, di anni ne ha solo 20, è passato dall'Accademia federale prima di arrivare al Benetton e 2 volte in meta a Cardiff; Angelo Esposito, pure lui ventenne, è campano, e ci mancherebbe con quel nome, ma il rugby lo ha imparato nel Tarvisium, la squadra delle magliette rosse, con passaggio all'Accademia federale prima del Benetton.
Roba fatta in casa, alla faccia di quelli che pensano che non ci siano gli ingredienti per far lievitare il nostro movimento. E Allan? Beh... italiano di nascita, madre italiana, padre scozzese-sudafricano, zio (John Allan, tallonatore) internazionale con la Scozia prima e col Sudafrica poi, ha cominciato dalle nostre parti, Petrarca, dove aveva giocato anche papà Willie, tallonatore pure lui, poi si è costruito tra Inghilterra (Wasps) e Sudafrica (Western Province) per finire a fare il professionista in Francia col Perpignan... se non vi siete persi tra i vari paesi la verità è che Tommaso Allan, ventenne, ha preferito l'Italia della mamma alla Scozia, con cui ha giocato in nazionale giovanile, di papà.
Non ci sono di mezzo equiparati, stranieri che mantengono la loro nazionalità (Geldenhuys per esempio, sudafricano) ma ne scelgono per il rugby un'altra, quella del paese di residenza da almeno 3 anni, un fenomeno tutto ovale che riguarda tutte le nazionali e non solo quella azzurra. Insomma: la sconfitta resta, è assolutamente "onorevole" contro la grande favorita del torneo, il Galles, oltre tutto in trasferta, ma ha una faccia diversa, anzi, ha tante facce nuove da cui guardarla!