L'Italrugby non può far festa... ma c'è chi sta peggio

Rugby
La meta di Hugo Bonneval in Francia-Italia (Getty)
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La sconfitta degli azzurri con la Francia non può essere definita onorevole, ma nel Sei Nazioni c'è chi fa ancora più fatica. Il nostro prossimo avversario, la Scozia: 0 punti segnati nel match contro l’Inghilterra, cosa che non accadeva dal 1978

di Francesco Pierantozzi

C’è chi sta peggio. Un modo all’italiana di guardare la sconfitta azzurra a Parigi, che stavolta non può nemmeno essere definita “onorevole”, anche se guardando un po’ oltre il punteggio, 30-10, si trovano settanta minuti di buon rugby con una decina di assenza totale, di black out, all’inizio del secondo tempo. E non è il solito buonismo per giustificare una sconfitta, ma un punto di partenza per giocare la “prossima” contro la Scozia.
A proposito, la Scozia è messa proprio male: 0 punti segnati, sì, avete letto bene, 0 nella Calcutta Cup, il match contro l’Inghilterra, cosa che non accadeva dal 1978. Dati “incoraggianti” per noi, come il fatto che la Scozia abbia vinto solo 2 delle ultime 12 partite nel Sei Nazioni, che contro gli odiati inglesi, l’Auld Enemy (quindi un avversario stimolante), abbia perso 5 touche su proprio lancio, un’enormità in rimessa laterale, e che abbia mancato 27 placcaggi, che abbia concesso 16 calci di punizione. Roba da tirare un grande sospiro di sollievo per Brunel.

Scavando un po’ nei dati “storici” si trova altro: gli scozzesi, ultimo titolo nel 1999, ultimo grand slam nel 1990, quando si parlava ancora di Cinque Nazioni, sono passati da una percentuale di vittorie del 53 % tra il 1984 e il 1999 all’attuale, dal 2000 in avanti, da quando il torneo ha abbracciato l’Italia diventando Sei Nazioni, al 27 %. E persino il campo di Murrayfield, Edimburgo, è a pezzi, con vermi infestanti che hanno attaccato le radici dell’erba. Un vero disastro. L’allenatore, l’australiano Scott Johnson, lascerà il posto al neozelandese Vern Cotter a fine stagione. Difficile trovare qualche lato positivo: persino il giocatore più in forma, uno dei pochi a salvarsi, il n. 8 David Denton, è stato inspiegabilmente sostituito nel secondo tempo contro l’Inghilterra. Insomma, come farsi male da soli. Per fortuna dell’Italia c’è chi sta peggio!