Verso l'Irlanda: Parisse in campo? E' più sì che no

Rugby

Lia Capizzi

L'Italrugby continua a prepararsi al match più importante del Mondiale di Rugby. Nel giorno di riposo si è allenato solo il capitano Parisse. Non ancora è stato deciso se scenderà o meno in campo. Ma a questo punto per la Nazionale incerottata di Brunel ci vorrebbe un amuleto che porti davvero fortuna

Cercare di interpretare ciò che si respira dentro il ritiro azzurro, missione al limite dell'impossibile. Sembra un giallo o un film di quelli che ti tiene in apprensione fino alla fine. O, se volete, chiamatelo allarme trifoglio, il simbolo per antonomasia di un'Irlanda che non sembra avere punti deboli. Domenica si troverà pure di fronte un'Italia con i cerotti: senza Ghiraldini, infortunato, con Castrogiovanni acciaccato e con Parisse non ancora sdoganato.

Tre pezzi pesanti, tre come un trifoglio che, secondo la mitologia, aveva il potere di allontanare gli spiriti maligni. Ce ne vorrebbero a vagonate nel ritiro azzurro, in questo momento per scacciare quelli che hanno preso di mira la nazionale di Brunel. Nel giorno libero concesso ai giocatori, l'unico a lavorare in ritiro è stato Sergio, sedute di fisioterapia e prove di corsa, una nuova ecografia non ha aggiunto nulla di nuovo. I punti interrogativi anziché rimpicciolire diventano giganteschi, non ha la partita nelle gambe, non è pronto, ha senso mandarlo allo sbaraglio? Interrogativi che non trovano risposta.

Perchè Parisse non è uno qualsiasi: come campione, anche se non al meglio, ha una forza atletica devastante. Come uomo ha una personalità bella pesante, non si lascia influenzare da niente e nessuno. A poche ore dall'annuncio della formazione titolare non ha più senso parlare di percentuali perchè contano,  conteranno, le sensazioni. Quelle di un capitano che sta meditando, in silenzio. I conciliaboli ci sono, i consulti medici congiunti pure, ma la verità è una sola. A decidere se Parisse giocherà domenica sarà solo una persona. Lui, Sergio.