Mr. Jones, l'uomo che ha resuscitato l'Inghilterra

Rugby

Francesco Pierantozzi

Eddie Jones, 56 anni, guida l'Inghilterra. Primo obiettivo: la finale Mondiale a Tokyo nel 2019 (Foto Getty)
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Dopo l'amara Rugby World Cup 2015 la Nazionale inglese è rinata grazie all'allenatore australiano, capace senza fare rivoluzioni di portare i suoi a 14 successi consecutivi

E adesso non resta che vedere Inghilterra-All Blacks, ma dovremo aspettare il 2018. I numeri 1 del ranking, i neozelandesi, in testa dal 2009, contro i numeri 2, resuscitati grazie a Eddie Jones, allenatore arrivato dopo la disastrosa Rugby World Cup 2015, quella giocata in casa con eliminazione immediata, nella prima fase.

L'Inghilterra ha infilato 14 successi consecutivi, roba proprio da All Blacks (che di vittorie "in fila" ne hanno messe assieme 18), roba da Inghilterra epoca 2003, era Sir Clive Woodward, roba da squadra capace di vincere il Mondiale. Ma cosa è successo? Jones non ha fatto rivoluzioni, ha ripescato il "rinnegato" Hartley, tallonatore con 54 settimane di squalifica sulla coscienza, dandogli addirittura il ruolo di capitano, per una squadra meno politically correct e più cattiva, e ha trasformato Robshaw, il vecchio capitano fatto a pezzi causa Mondiale disastroso, da 7 a 6. Poi ha dato tanti compiti a casa, chiedendo più impegno, soprattutto a livello fisico, per un fitness da migliorare, ha sposato la mentalità vincente dei Saracens, campioni d'Inghilterra e d'Europa, di cui in passato Eddie Jones è stato consulente e allenatore, prendendo un paio di assistenti allenatori (Gustard, difesa, e Borthwick ,avanti) e dando le chiavi della squadra a Farrell, ai fratelli Vunipola, a Itoje e Kruis.

Eddie Jones, 56 anni, australiano della Tasmania con madre giapponese-americana, ha quindi aggiunto il suo essere stakanovista, la leggenda vuole che alle 6 della mattina sia già operativo e mandi mail anche nel cuore della notte, e la sua capacità comunicativa, alla Mourinho, con partite giocate prima a parole, polemiche scatenate ad hoc, risposte anche divertenti e giocatori protetti dall'allenatore che accentra attenzione e problemi su di sé. Verrebbe da dire: l'allenatore perfetto! Certo, dopo un 2016 di sole vittorie, 13, record inglese eguagliato a distanza di 24 anni, sembra proprio così.

Però Eddie Jones è un tipo "difficile" da gestire, vuole carta bianca su tutto e mette tutti sotto pressione, tanto per restare al calcio, tipo il primo Sacchi, maniacale e ossessionato dai dettagli. Per carità il rugby è professionistico, altro che birre e terzo tempo, ma le prime sconfitte potrebbero aprire qualche crepa nel sistema “"Jones". Non sono tutti giapponesi, allenati da lui nel recente passato, disposti per cultura, tradizione ed educazione a seguire il capo in tutto e per tutto… Infatti Jones parla già del prossimo appuntamento tra 1020 giorni, la finale Mondiale da vincere ovviamente, a Tokyo nel 2019, non c’è tempo per perdersi nei record. Quello è il traguardo, altro che All Blacks nel 2018.