Sei Nazioni, Italia ridimensionata dopo l'Inghilterra? Forse, ma pensando a 11 mesi fa...

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Francesco Pierantozzi

Francesco Pierantozzi

L'Italia esce ridimensionata dopo la sconfitta di Twickenham? Forse un po', ma bisogna ripensare a 11 mesi fa: chi ci voleva estromettere dal Sei Nazioni adesso ha quasi paura degli azzurri. Fatale il primo tempo, in cui gli inglesi hanno chiuso in un angolo Capuozzo e compagni

INGHILTERRA-ITALIA 31-14: HIGHLIGHTS

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Ridimensionati? Forse un po’. Verrebbe voglia di scrivere no, purtroppo bisogna farlo. Però torniamo indietro di 11 mesi, pensando a chi avrebbe voluto buttarci fuori dal Sei Nazioni e adesso ha quasi paura dell’Italia. Ecco il vero successo anche nella sconfitta (31-14) di Twickenham. Non c’è il logoro e abituale rispetto che accompagna l’avversario nel rugby a qualunque livello, ci sono considerazione, attenzione, preoccupazione. Al punto che l’Inghilterra ha giocato i primi venti minuti della partita in modo furioso, fisico, con potenza e prepotenza, trovando indisciplina e non l’Italia vista contro Francia e Australia. Senza dimenticarsi che poi l’Inghilterra è…l’Inghilterra, la nazione con più tesserati del mondo, con Twickenham che genera quasi 10 milioni di sterline ogni volta che va in campo, una vera macchina da rugby.

Capuozzo contro l'Inghilterra

I due tempi di Twickenham

L’avanzamento, il primo principio del rugby, quello che mette in difficoltà le difese, costrette ad arretrare e arrancare. Il confronto fisico, l’essenza del rugby: vincerlo è fondamentale. Se ci sono o non ci sono cambia tutto. Nel primo tempo l’Inghilterra ha avuto tutto, ha messo pressione, ha chiuso in un angolo l’Italia. Poi la situazione è cambiata, non si è rovesciata, ma, certamente, nel secondo tempo le cose sono andate diversamente. Due mete segnate e, se volete, per capirlo basta anche fare i conti con il punteggio, il parziale è 12-14 per gli azzurri, a zero dopo i primi quaranta minuti.

I protagonisti: Negri, Capuozzo e Polledri

Ancora un gigantesco Negri, inesauribile, trascinante, come i palloni che porta avanti, da ball carrier. Capuozzo, sempre lui, senza meta, ma divertente, creativo, serpeggiante, veloce, imprendibile, il giocatore che alla fine fa più metri di tutti. Senza dimenticarci che colpisce chiunque, con la sua taglia small tra gli XXXL. E come non citare Polledri, tornato dopo più di due anni, contro ogni previsione medica di recupero, con un ginocchio maciullato contro la Scozia nel 2020 a Firenze. Si era persino messo a produrre sidro a Gloucester, una sua passione. Adesso vede un futuro ancora ovale, forse nel campionato francese, sicuramente in azzuro.